Autovelox, ex installatore rivela cosa c’è dietro alle multe
Un tema molto caro a tutti gli automobilisti è quello degli autovelox. Questi macchinari che registrano la velocità delle vetture per vedere se i cittadini alla guida rispettano i limiti delle strade che stanno percorrendo a volte sono messi in maniera scientifica o in posizioni strategiche con l'obiettivo di segnalare quante più infrazioni possibili. A denunciare questo fenomeno è stato un ex funzionario che si occupava di questi dispositivi durante la trasmissione "La Gabbia" in onda su La7 il 15 marzo. L'installatore ha dato una risposta alquanto sconcertante sulle motivazioni di queste fenomeni sempre più frequenti. Ecco quanto riportato il servizio: "Era interesse della mia azienda e del Comune, fare quante più contravvenzioni possibili. Tutto era fatto per incassare. Niente veniva fatto per la prevenzione. Più foto facevamo, più la ditta guadagnava. Anche l'obiettivo del Comune era di fare quanti più incassi possibili". Parole pesanti come macigni. A sostenere questa tesi, il curioso caso di Bereguardo, paese di 2.713 in provincia di Pavia. Il comune lombardo ha inserito un tutor non di sua proprietà ma di un'altra società a cui l'amministrazione versa un canone di 22mila euro l'anno. La legge permette questo tipo di appalto ma non consente che una percentuale delle multe vada alla società. Purtroppo a Bereguardo questo non accade e i soldi di ogni multa dai 18 ai 40 euro vanno alla società. La truffa è stata scoperta e le multe sono state annullate. Dopo aver visto un servizio del genere la domanda sorge spontanea: quanti sono i comuni che si comportano così?