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Ayrton Senna, Carol Alt svela i retroscena del loro amore

Il colpo di fulmine tra l’indimenticato campione di Formula 1 e la top model statunitense in occasione di una sfilata a Milano: “Non avevo idea di chi fosse ma, alla prima cena insieme, ho toccato le stelle”.
A cura di Valeria Aiello
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Erano i primi Anni 90 e Ayrton Senna era già un pluricampione di Formula 1. Iridato nel 1988, nel 1990 e 1991, il brasiliano era ritenuto uno dei piloti più forti di tutti i tempi ma, lontano dalle piste, il suo mito non era altrettanto conosciuto. Forse per il suo carattere schivo, forse perché concentrato al 100% sulle corse, Senna non amava apparire in pubblico e rilasciare interviste fuori dal contesto sportivo. Neppure Carol Alt, la supermodella che in quegli anni spopolava per la sua bellezza, sapeva chi realmente fosse Senna.

Senna, Carol Alt svela i retroscena del loro amore

A lei, che era sposata con il giocatore di hockey su ghiaccio dei New York Rangers, Ron Greschner, il nome del fuoriclasse brasiliano diceva ben poco. Fino al loro primo incontro, in occasione di un défilé di moda, che “è stato un caso” ricorda la top model in un’intervista al Corriere della Sera. “C’era mio marito a Milano, ma dopo una lite furiosa fece la valigia e ripartì. Il mio assistente per tirarmi su mi disse: ‘Preparati che andiamo a una sfilata’. Lì i fotografi continuavano a urlare: ‘Carol fai una foto con blablabla …’, un nome sconosciuto, credevo fosse un attore, e anche dopo la foto insieme continuavo a ignorare chi fosse Ayrton Senna”. Con il brasiliano fu però un colpo di fulmine. “Sì. Lui mi invitò la sera stessa a cena, io rifiutai perché avevo già un impegno. Il mio assistente mi ordinò: ‘Carol sei matta, vai!’”.

Quella sera siamo andati al ristorante e ho toccato le stelle. Non avevo idea di chi fosse, ma la chimica era fuori dal comune”.

Carol Alt non ha mai dimenticato la passione travolgente con il brasiliano, che amò perdutamente dal 1990 fino al 1994, quando lui perse la vita nel terribile incidente di Imola. “Era semplice, come nessun altro avessi conosciuto prima di allora. Se ci saremmo sposati? Chi può dirlo, non ne parlavamo, ma era un tipo che faceva sul serio. Una volta mi disse: ‘Carol dobbiamo sbrigarci perché non abbiamo molto tempo’. Credo che fosse un presentimento, sapeva di fare un mestiere pericoloso. Era un modo per dirmi di stringere i tempi”.

Senna non era un geloso (“I brasiliani non sono come gli italiani”) e, d’altra parte, anche se alle gare era spesso circondato da donne stupende, neppure la Alt lo era nei suoi confronti: “No, per nulla. Se sto insieme a una persona, gli do tutta la mia fiducia. Un ricordo insieme? Lui guidava la sua Ferrari in campagna, io accanto ridevo felice. Dopo quella corsa folle ci fermammo per fare benzina a Novara, ma Ayrton non sapeva come fare. Così bussò al finestrino del signore in fila dietro di noi, per farsi aiutare. Quel tipo cominciò a gridare: “Oddio ma tu sei Ayrton Senna!”. E la moglie accanto, gridando più forte: “E lei è Carol Alt!”: fu comico”.

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