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Barrichello: “Uno dei titoli di Schumi avrebbe dovuto essere mio”

Il pilota brasiliano è tornato a parlare dei fatti del Gran Premio d’Austria 2002 e dimostra di non aver mai digerito quell’ordine di scuderia.
A cura di Vito Lamorte
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Sono passati ben 13 anni ma la ferita, a quanto pare, è ancora aperta. Rubens Barrichello non ha mai vinto un titolo piloti in Formula 1, ma ha collezionato solo 2 secondi posti, ed è convinto che senza gli ordini di scuderia imposti da Jean Todt sarebbe stato campione del mondo nel 2002. Il pilota brasiliano a Rede Bandeirantes, una nota emittente televisiva del suo Paese, ha rivendicato soprattutto la vittoria del Gran Premio d'Austria 2002, quando la scuderia gli impose di far passare il compagno in un ordine di scuderia. Barrichello ha voluto mettere in chiaro delle cose alla televisione di Santa Fé: "Dei sette titoli di Michael, uno sarebbe dovuto essere mio. Non avevo alcuna intenzione di lasciarlo passare. Ma ho ricevuto una comunicazione dalla Ferrari che mi ha fatto pensare, così ho alzato il piede dal gas". Schumacher e Barrichello sono stati compagni di squadra nel team di Maranello per ben sei stagioni, dal 2000 al 2005.

Il 42enne ha chiuso l'intervista parlando delle critiche che ha ricevuto dopo le sue prestazione nelle stock car brasiliane: "Non mi interessa (riferendosi al fatto che lo hanno spesso considerato più lento dei suoi compagni di squadra), mi interesserebbe solo se parlassero male della mia famiglia. Sto continuando a fare quello che mi piace e ho ancora la possibilità di dimostrare al Brasile che sono un buon pilota".

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