Bastano 12 neuroni per parcheggiare un’auto
Bastano 12 neuroni per parcheggiare un’auto. Lo dimostrano i ricercatori dell’Università della Tecnologia di Vienna, in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology (MIT) che hanno sviluppato una rete neuronale artificiale ispirata al sistema nervoso di uno degli organismi modello più usati negli studi in ambito genetico, il Caenorhabditis elegans (C. elegans), un verme cilindrico lungo circa 1 mm che vive nel suolo delle aree temperate.
Bastano 12 neuroni per parcheggiare un’auto
Il sistema nervoso del nematode è costituito da circa 300 neuroni che determinano diverse funzioni, come la contrazione istintiva quando incontra un ostacolo. Responsabile di quest’ultima reazione è una rete di soli 12 neuroni. “Abbiamo cercato di rendere il nostro modello il più semplice possibile, mantenendo le caratteristiche essenziali dei neuroni biologici” ha spiegato all’Apa il prof. Radu Grosu del Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università Tecnica di Vienna dove, insieme ai suoi dottorandi Ramin Hasani e Mathias Lechner ha sviluppato la programmazione della rete neuronale artificiale. “Questa rete neurale è stata simulata e addestrata per funzionare sia in ambienti artificiali che in situazioni reali” ha aggiunto Hasani. Il nuovo approccio ha permesso di risolvere compiti impegnativi come quello, ad esempio, di manovrare un veicolo in un parcheggio lungo un percorso predefinito. “Solitamente, in rete neurale viene fornito un dato di input per cui le connessioni tra i nodi vengono regolate per fornire l’output corretto”.
Nello specifico, nel modello sono presenti quattro neuroni sensoriali che percepiscono quanto grande è lo spazio di parcheggio ma anche la posizione nello spazio dell’auto. Gli altri otto neuroni, invece, sono responsabili del controllo del veicolo, cioè della sterzata e dell’accelerazione per parcheggiare a retro marcia. “Il parcheggio è un processo sequenziale, per cui devi ricordare quello che hai fatto prima e sai cosa fare dopo” ha detto Grosu che, con i colleghi, ha programmato la rete neurale al computer e controllato un’auto in un parcheggio. I risultati dello studio rappresentano un altro importante vantaggio, fornendo una nuova comprensione del funzionamento dei circuiti nervosi. In precedenza, infatti, le reti utilizzate per l’intelligenza artificiale erano formate da migliaia di nodi, risultando così complesse da non permettere la comprensione dei meccanismi interni. Una rete più piccola, oltre a funzionare da ‘scatola nera', ha permesso invece di analizzare e parzialmente identificare quali neuroni hanno quali effetti.