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Bernie Ecclestone: “Ho pagato tangenti a Prost e Jordan”

L’ottantatreenne manager inglese ha detto di aver versato dieci milioni di euro nelle casse di tre team principal per convincerli a firmare il Patto della Concordia nel 1998.
A cura di Alessio Morra
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Bernie Ecclestone è forse l’uomo più potente dell’intero mondo dello sport. L’ottantatreenne boss della Formula 1, figlio di un pescatore, nato in un paesino di quattromila anime, possiede un patrimonio di più di due miliardi di sterline. In questi ultimi vent’anni tante persone hanno cercato di mettergli i bastone tra le ruote ed hanno provato a togliergli lo scettro. Ma Ecclestone è riuscito a rimanere al potere, ma da quest’anno l’inglese sta avendo seri problemi con la giustizia. Nei mesi scorsi a seguito di un’indagine è emerso che Ecclestone per prendersi la Formula 1 avrebbe pagato una tangenti di 27 milioni di sterline al banchiere tedesco Gerhard Gribkowsky. All’Alta Corte di Londra Ecclestone, mercoledì, interrogato a proposito dei pagamenti in nero a Gribkowsky, ha di fatto detto che questa era una pratica comune nella Formula 1. Perché lui già nel 1998 versò delle tangenti ad Alain Prost, Eddie Jordan e Tom Walkinshaw, che erano i team principal della Prost, della Jordan e della Arrows, affinché tutti e tre i team firmassero il famoso patto della Concordia, che recentemente è stato firmato da Red Bulli e Ferrari, e che per decenni è stato proprio osteggiato da parte della casa di Maranello.

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