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Bianchi, parla Gary Harstein: “Forza Jules! Sei giovane, puoi uscirne”

Secondo l’ex medico della FIA: “Il danno assonale diffuso è tra gli scenari peggiori per un paziente ma Jules è forte ed assistito da un’equipe medica d’eccellenza”.
A cura di Valeria Aiello
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Quanto diffuso ieri dalla famiglia di Jules Bianchi ha in parte chiarito le conseguenze del violentissimo impatto avvenuto domenica a Suzuka, quando durante la gara del GP del Giappone il pilota francese della Marussia aveva perso il controllo della monoposto alla curva Dunlop andando a centrare la gru che si trovava a bordo pista impegnata nelle operazioni di recupero della Sauber di Adrian Sutil. Nel comunicato si parla di danno assonale diffuso, una degenerazione della sostanza bianca provocata da un danno della fibra nervosa (1).

Sulla grave lesione cerebrale a fare chiarezza è il dott. Gary Harstein, ex medico della FIA e specialista in rianimazione e neurologia. Harstein era già intervenuto sul caso di Michael Schumacher nonostante non fosse in contatto con la famiglia del campione tedesco e sulla base delle sue conoscenze mediche ha espresso la sua opinione anche sulle condizioni di Jules Bianchi. Il suo punto di vista giunge senza aver visionato la cartella clinica del 24enne francese, attualmente ricoverato in terapia intensiva presso il Mie General Hospital di Yokkaichi in condizioni ritenute “critiche” ma “stabili”.

Il danno assonale diffuso (Diffuse Axonal Injury, DAI)” spiega Harstein “è a carico della materia bianca del cervello. Gli assoni sono i ‘collegamenti’ che connettono le cellule nervose e trasmettono gli impulsi. Un danno assonale diffuso non è una buona notizia, proprio perché non essendo localizzato, rende difficile intervenire su un punto specifico, come potrebbe accadere con un ematoma”.

Noi medici odiamo un quadro clinico di questo genere, perché di solito siamo in presenza di Tac che non mostrano segni particolari, cioè lesioni o ematomi ma il paziente risulta in pessime condizioni” sottolinea l’ex medico FIA. “Generalmente, un DAI si associa a prognosi infauste” aggiunge Harstein che sulle speranze di recupero conclude: “Jules è giovane, forte e assistito da un’equipe di eccellenza. Forza Jules!

(1) Smith DH. J Head Trauma Rehabil 2003.

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