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Bollo auto storiche: ecco cosa cambia nel 2015

Dal primo gennaio tutti gli autoveicoli e motoveicoli di età compresa tra i 20 e i 30 anni torneranno a pagare il bollo regolarmente.
A cura di Valeria Aiello
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Con la Legge di Stabilità 2015 è stato approvato il provvedimento che cancella l’esenzione dal bollo per i veicoli ultraventennali: restano esentati dal pagamento della tassa di possesso – e obbligati a versare una cifra forfettaria in caso di mezzo circolante – solo i proprietari dei veicoli che abbiano compiuto i 30 anni di età.

Il bollo per i veicoli di interesse storico

A nulla sono serviti i tentativi per cercare di cancellare la norma: dal primo gennaio 2015 tutti gli autoveicoli e i motoveicoli di età compresa tra i 20 e i 30 anni torneranno a pagare il bollo proprio come se fossero dei veicoli acquistati oggi. In pratica, il bollo dovrà essere corrisposto per tutti quei veicoli che hanno più di 20 anni e meno di 30 dalla data di produzione e che erano esentati grazie all’iscrizione ai registri storici di Asi e Fim. La manovra sui veicoli storici introduce così una vera stretta su chi era riuscito a iscrivere il proprio veicolo nei registri nonostante non fosse “strettamente” di interesse storico ma, d’altra parte, a farne le spese sono i collezionisti che dovranno sborsare l’intera tassa, rispetto al minibollo di 25 euro previsto in caso di circolazione su pubblica strada. La misura si dovrebbe tradurre in circa 70 milioni di entrate per lo Stato: una cifra che oggi può certamente servire ma che rischia di tradursi in conseguenze negative per quanto riguarda l’intero comparto motoristico storico e d’epoca, incluse le cosidette youngtimer, ovvero quelle auto che per marchio, appeal e caratteristiche sono destinate, prima di altri a divenire “storiche”. Tra queste, per citarne alcune, diverse icone degli anni ‘80 e ‘90 come la Lancia Delta Integrale, le Ferrari Testarossa, le Ferrari 348 e 355, le Porsche 964 e 993 e altre future perle del collezionismo che rischiamo di essere vendute all’estero proprio come accaduto a tante altre vittime dell’introduzione del superbollo per le auto oltre i 185 Kw.

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