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Briatore ricorda Schumacher: “Ai tempi della Benetton nessuno credeva nel suo talento”

Il manager piemontese racconta l’ingaggio del tedesco: “Schumacher era uno dei tre o quattro piloti che avevo nella mia lista, dopo l’esordio a Spa mi incontrai con il suo manager e chiudemmo l’accordo. Ebbi una grossa discussione con Piquet, anche Senna non lo voleva. Dissi a Luciano Benetton che averlo in squadra era l’unico modo per noi di vincere un campionato; io ero molto determinato, tutti erano dubbiosi”.
A cura di Matteo Vana
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Flavio Briatore e Michael Schumacher - Getty images
Flavio Briatore e Michael Schumacher – Getty images

Quella di Michael Schumacher è stata una carriera da sogno: 7 titoli mondiali vinti, ma soprattutto record in ogni ambito della Formula 1, la maggior parte dei quali ancora intatti. Lo sfortunato incidente sulle nevi di Meribel ha cambiato per sempre la sua vita, ma le gesta compiute dal tedesco in pista sono rimaste impresse negli occhi di tutti gli appassionati del motorsport che, a distanza di anni, ancora fanno il tifo per lui.

Briatore e le liti per portarlo in F1

Un predestinato, Schumacher, arrivato in Formula 1 quasi per caso – con il debutto in Jordan dovuto all'arresto dell'allora pilota titolare Gachot dopo una rissa con un tassista – e capace di sorprendere in qualifica, strappando un 7° posto a Spa-Francorchamps che lasciò senza parole. A portarlo nella massima serie della velocità, però, fu Flavio Briatore che, nel 1991, dopo appena una gara, lo mise sotto contratto con la Benetton. Una scelta, però, che non fu condivisa da molti come raccontato dal piemontese.

Schumacher era uno dei tre o quattro piloti che avevo nella mia lista; c'erano Wendlinger, cFrentzen, e anche lui. Eddie Jordan aveva bisogno di un pilota dopo l'incidente di Gacot e gli dissi di prendere Michael. La sua risposta fu "Troppo giovane, viene da vetture troppo diverse" – sono le parole di Briatore nel podcast con Rosberg -. Alla fine lo prese e a Spa Michael andò benissimo in qualifica, mentre in gara si fermò dopo un paio di giri. Chiamai immediatamente Willy Weber, ci incontrammo a Londra e chiudemmo l'accordo.

La prima volta che corse con noi era a Monza. Ebbi una grossa discussione con Piquet perché non voleva il licenziamento di Moreno e fui vicino anche a mandarlo via per prendere Zanardi, all’epoca il nostro test driver. Riuscimmo a mettere in macchina Michael e fu immediatamente veloce. Dissi a Luciano Benetton che averlo in squadra era l’unico modo per noi di vincere un campionato. Nessuno era convinto della scelta di Michael, mi dicevano che era troppo giovane, troppo questo, troppo quello. Io ero molto determinato, tutti erano dubbiosi.

Il manager ricorda il campione

Fu merito di Flavio Briatore se il pilota più vincente nella storia della Formula 1 riuscì a debuttare nella massima serie del motorsport. Nessuno, infatti, credeva che il tedesco potesse essere così veloce nonostante la giovane età, ma alla fine il manager piemontese ha avuto ragione riuscendo ad imporsi e ingaggiando Schumacher che proprio con la Benetton, prima di passare in Ferrari, vinse due titoli mondiali. "La mia relazione con lui era super. Ho lottato per lui e anche Senna era contro di me. Ci accorgemmo di avere nel team un pilota eccezionale. Chiesi ai progettisti di fare una macchina onesta, poi Michael ci avrebbe messo quei 3-4 decimi che avrebbero fatto la differenza. Iniziammo così a costruire il team e a vincere le gare. Lui non mollava mai, aveva una preparazione fisica eccellente e per questo decisi di costruire una palestra in fabbrica. Non si arrendeva mai, se la macchina aveva un problema, pensava a come risolverlo. Parlava con gli ingegneri anche per delle ore, mettendo pressione ma in una maniera positiva" conclude Briatore. Una scommessa vinta quella del manager della Benetton: se il mondo ha conosciuto il talento di Michael Schumacher il merito è soprattutto suo.

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