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Bridgestone chiude in Puglia e apre in India e Cina: 950 impiegati perderanno il lavoro

950 persone potrebbero perdere il lavoro tra circa un anno e mezzo. La società nipponica sottolinea le difficoltà determinate dalla crisi, mentre la “logistica” dell’impianto italiano non permetterebbe piani alternativi.
A cura di Danilo Massa
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Meno di un mese fa Bridgestone apriva un impianto in India e ne programmava un altro in Cina, ma a Modugno, in Puglia, la società nipponica chiuderà i battenti a settembre del prossimo anno. L'annuncio viene dalla filiale europea del produttore di pneumatici e nelle motivazioni non poteva non essere presente la crisi economica che affligge l'Occidente. Nel 2012 le vendite, secondo quanto riferito dalla stessa Bridgestone, sono calate del 13% rispetto all'anno precedente e, dal momento che il futuro sembra tutt'altro che roseo, meglio tagliare laddove i costi del lavoro sono maggiori. Insomma, la nota ricollocazione degli investimenti colpisce ancora una volta l'Italia e, nello specifico, i 950 impiegati che lavorano nello stabilimento di Modugno.

In Europa Bridgestone continua a produrre la gamma top dei suoi pneumatici, alternativa che, secondo la multinazionale, è del tutto impraticabile per lo stabilimento pugliese a causa della "sua struttura, i suoi macchinari ed è penalizzato dai costi dell'energia e della logistica". La parola "fine" sarebbe dunque scritta e stampata anche perché, assicura il produttore, "Prima di giungere a questa conclusione, Bridgestone ha preso in considerazione tutte le opzioni e le alternative possibili, nessuna delle quali si è rilevata percorribile". Non è dello stesso avviso la politica locale: Michele Emiliano, sindaco di Bari, è intenzionato ad incontrare i vertici della Bridgestone e ad iniziare una "battaglia all'ultino sangue" insieme al governatore della Puglia, Nichi Vendola. Il leader di Sel, intanto, fa sapere di aver già scritto al Ministero dello Sviluppo economico, chiedendo "l'immediata attivazione di un tavolo per affrontare la situazione della Bridgestone". Vendola, tuttavia, direziona la polemica verso il governo:

L'annunciato avvio delle procedure per la chiusura dello stabilimento di Bari è la conseguenza della latitanza, non più sostenibile, delle politiche industriali in questo Paese. Da troppi anni non si praticano più e i guai provocati a importanti settori dell'economia nazionali sono ormai sotto gli occhi di tutti. Il caso Bridgestone conferma oggi quello che noi diciamo da anni.

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