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Brugola sbarca negli States, l’obiettivo è General Motors

È stato inaugurato lo scorso venerdì l’impianto a Detroit dell’azienda brianzola che dopo aver sbaragliato la concorrenza in Europa ora parte alla conquista del nuovo mondo.
A cura di Vito Lamorte
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Brugola sbarca in America. Lo scorso venerdì è stato inaugurato a Plymouth, cittadina a 40 km da Detroit, un nuovo stabilimento simile all'impianto di Lissone. L'azienda di Monza fornirà le viti ai motori Ford ma l'obiettivo è quello di conquistare General Motors. L'imprenditore Egidio Brugola ha fatto portare dall'Italia le macchine prodotte da un'altra azienda del nostro paese, la Sacma, e da 30 giorni una squadra di dieci operai sta spiegando ai primi 25 dipendenti americani come si producono le "viti critiche" Brugola, un prodotto con difetto prossimo allo zero al punto che solo 2 viti su un milione vengono contestate dai clienti. L'azienda brianzola produce 1,8 miliardi di pezzi l'anno.

L'impianto di Detroit produrrà 10 mila tonnellate di viti l'anno entro il 2018, per un valore complessivo di 25 milioni di euro di fatturato l'anno, cioè un quinto dell'attuale giro d'affari di Brugola e il presidente di Oeb (Officine Egidio Brugola) mette le cose in chiaro: "Non si tratta di un'alternativa a Lissone, non è un processo di delocalizzazione, perché nell'impianto italiano stiamo per accogliere i nuovi clienti tedeschi Mercedes e Bmw". La Brugola nel 2009 si era vista chiudere tutti i rubinetti dalle banche che pignorarono i macchinari e costrinsero il padre di Egidio, Giannantonio, a firmare una convenzione bancaria stringente. Egidio Brugola parla così degli utlimi 5 anni: "A marzo ho finito di ricomprare dalle banche tutte le azioni della società. L'ho fatto in quattro anni e mezzo (anziché in otto come imponeva la banca) e nel frattempo l'indebitamento è sceso dal 50 al 20%, senza venir meno agli impegni di investimento. Peccato per quelle banche, che non hanno creduto nella tenacia di imprese come la nostra. Dal 2009 a oggi il fatturato è passato da 63 a 126 milioni di euro e puntiamo a superare i 130 milioni quest'anno. Nel mondo il mercato dell'automobile fa girare un terzo dell'economia e in questo momento gode di ottima salute. Per noi questa è l'occasione giusta di diventare la prima bulloneria del mondo".

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