Buoni spesa, visite mediche e palestra: il conto welfare Fiat primo in Italia

Sono stati circa 30.000 i dipendenti Fiat italiani hanno aderito al “conto welfare”, l’iniziativa concordata tra azienda e sindacati firmatari del contratto aziendale (Fim,Uilm, Fismic, Ugl e Quadri) che consente di commutare parte dell’incentivo di produttività in premi, non in denaro, ma sotto forma di buoni benzina, buoni spesa, visite mediche, abbonamenti in palestra, ma anche buoni spesa e rimorso spese badanti, ad esempio, con un incremento del reddito disponibile del 25%.
Il conto welfare Fiat primo in Italia
Il piano welfare di Fca e Cnh Iveco, rilevano i sindacati in un comunicato unitario è “il primo in Italia per numero in adesioni”. L’adesione è stata diffusa su tutto il territorio nazionale e nello stabilimento di Cassino, dove sono scattate da poco le 800 assunzioni per la produzione dei modelli Alfa Romeo Giulia e del suv Stelvio, la percentuale di iscrizione ha sfiorato il 60%. Adesione del 58% nello stabilimento di Melfie e del 48% in quello di Pomigliano, mentre nell’abruzzese Sevel ha toccato il 40%. “Abbiamo dato un'opportunità in più ai lavoratori di Fca e CNHI di scegliere di percepire sotto forma di beni e servizi di welfare una parte dei premi aziendali fino ad un massimo di 700 o 800 euro, a seconda dei livelli di inquadramento. Attraverso la detassazione, la decontribuzione, la quota aggiuntiva aziendale del 5% e le economie di scala che si generano, il lavoratore potrà incrementare il vantaggio economico dalla scelta di percepire questa parte della retribuzione sotto forma di benefit” affermano nella nota i sindacati. Adesione più tiepida negli stabilimenti Cnh, che ha raggiunto il 16,2%, con punte del 40% nella aree degli stabilimenti torinesi.
Sindacati soddisfatti
“L’ottima adesione a questa iniziativa è la dimostrazione che contrattare paga – sottolinea Ferdinando Uliano della Fim-Cisl – È Negli anni scorsi abbiamo concordato con l’azienda investimenti massicci che hanno salvato posti di lavoro e ne hanno creati di nuovi. Ora si tratta di fare un ulteriore salto di qualità”. “In una fase in cui l’austerità determina tagli dolori ai servizi sociali è un bene che i lavoratori possano tutelarsi aderendo, di propria volontà, a forme di welfare aziendale” – ha aggiunto Gianluca Ficco della Uilm. A ricavare vantaggi dal welfare aziendale non sono i lavoratori che, attraverso un apposito sito internet potranno scegliere i diversi beni e servizi, per un tetto di 700 euro l’anno che arrivano a 735 grazie al welfare aziendale. Pagando in beni e servizi, l’azienda non verserà i contributi Inps dovuti al lavoratore sui 735 euro del conto welfare e sulla stessa somma anche il lavoratore non pagherà la sua quota di contributi.