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“C’è gente che prende scorciatoie”: Crutchlow chiede più controlli antidoping in MotoGP

Il pilota britannico ha le idee piuttosto chiare di come dovrebbero funzionale i test nel mondiale: “Il sistema è terribile e il modo in cui viene gestito nel campionato non va bene”.
A cura di Valeria Aiello
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Cal Crutchlow / Getty Images
Cal Crutchlow / Getty Images

Nel paddock della MotoGP è idea diffusa che il doping sia inutile in uno sport dove si corre a 350 km/h e che esista la possibilità che determinate sostanze stimolanti, eccitanti o proibite possano aumentare il rischio di errori e cadute. Tutti però riconoscono che, rispetto a sport come il ciclismo e l’atletica, i controlli anti-doping effettuati sui piloti restano un tema caldo, non solo perché dovrebbero essere migliorati, ma anche perché dovrebbero essere aumentati.

“C’è gente che prende scorciatoie”

I primo ad alzare la voce, come accaduto molte altre volte, è stato Cal Crutchlow, convinto che sia possibile “prendere delle scorciatoie” in aree come la reidratazione e la perdita di peso: “Se credi che qui non ci siano persone che non cercano scorciatoie, nel più grande sport motociclismo dl pianeta, sei stupido” ha detto il britannico della Honda in un’intervista a Crash.net. “Penso che il sistema di test sia terribile, penso che il mondo in cui questo sistema è applicato a questo campionato non è assolutamente corretto. E non dico nulla di nuovo a quanto detto negli ultimi quattro anni”. In particolare, Crutchlow ha spiegato di essere stato coinvolto nei test una volta sola negli ultimi due anni: “Il sistema è solo una merda. Come si possono selezionare casualmente tre piloti e sottoporli a test a campione? Alla fine alcuni piloti vengono testati più degli altri. Io stesso sono stato nel campione di test e sono stato sottoposto al controllo una volta sola in 365 giorni. E l’anno successivo non sono stato sottoposto a nessun test, e neppure l’anno dopo. Jack – Miller, ndr – ha fatto il test due volte in tre anni”.

Più controlli antidoping in MotoGP

Crutchlow ha poi parlato del sistema informatico utilizzato dai piloti per dichiarare i propri spostamenti ed essere reperibili in caso di controllo, ritenendo che non ci siano scuse per chi non aggiorna costantemente il sistema. “Credo che tutti dovrebbero sottoporsi al test, ognuno dovrebbe loggarsi e aggiornare la propria posizione nel sistema ADAMS. E sapete qual è il problema? È che sono tutti dei pigri bastardi che non vogliono la seccatura di accedere ogni giorno. Ma si può accedere una volta al mese, dire dove ci si troverà e, se poi ci sono delle modifiche nell’itinerario, ci si connette e si modifica. E non ditemi che non hanno assistenti, team manager o medici per farlo. Non vogliono farlo, sono solo pigri. E se dicono di non volerlo fare, come si fa a sapere se qualcuno non rispetta le regole?

Diuretici per contenere il peso

Ad ogni modo, Crutchlow ha voluto sottolineare che, in uno sport come la MotoGp che dipende dal mix tra pilota e moto, non esistono farmaci in grado di migliorare le prestazioni in pista ma che altri aiuti possono essere importanti sotto alcuni aspetti medici: “Non sto dicendo che un farmaco pesante qui sarebbe di aiuto. La MotoGP non è uno sport che premia la prestazione fisica, ci sono ragazzi che usciti da qui fumano e bevono ma riescono ad essere comunque competitivi perché correre in moto è un talento naturale. Ma stiamo parlando di reidratazione e contenimento del peso. Qui non sono ammesse scorciatoie e so per certo che c’è chi ne fa uso. Si possono prendere diuretici per perdere peso, perché sei pigro e non vuoi perdere le ore ad allenarti come fa qualcun altro”. Infine, per chiarire il limite dell’attuale sistema di test, il britannico della Honda ha paragonato la MotoGp ad altre discipline sportive: “Come è possibile spendere così tanti soldi in questo paddock e questa cosa non si risolve ? Il nostro campionato è come la Premier League. Tutti i ciclisti sono nel programma Adams e sono sottoposti ai test continuamente. Tutti gli atleti olimpici sono sottoposti ai test. Perché noi siamo sottoposti a test casuali qui e lì un paio di volte l’anno? Spero che questo sistema cambi e credo che si stia cercando di fare qualcosa al riguardo. Ci stanno ascoltando, che è la cosa più importante”.

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