Caro benzina: Codacons chiede il sequestro delle stazioni di servizio
La questione del caro benzina non sembra esaurirsi, anzi si inasprisce sempre di più. Da un lato ci sono QuotidianoEnergie e l’Unione Petrolifera che sottolineano come i prezzi dei carburanti in Italia siano assolutamente conformi alla medie del resto d’Europa, dall’altra c’è il Codacons che chiede alla Guardia di Finanza di effettuare controlli in molte stazioni di servizio per controllare la reale causa che giustifica un prezzo così elevato del carburante, sia che si tratti di benzina sia che si tratti di diesel.
In una nota diffusa da QuotidianoEnergia si legge: “Il bilancio della settimana si chiude dunque in sostanziale pareggio. Salvo qualche piccolo aggiustamento all'insù, i listini di benzina e diesel appaiono pressoché immutati da quindici giorni. Ciò malgrado i margini lordi delle compagnie (da non confondere con i profitti in quanto remunerativi anche dei costi di filiera, tra cui la remunerazione del gestore, i costi distribuzione e la commercializzazione) siano oggi inferiori alla media dei tre anni precedenti. Nel dettaglio, sulla benzina si va da -0,2 centesimi del servito a -1 centesimo del self, mentre sul diesel si viaggia rispettivamente a 1 e 2 centesimi in meno rispetto al valore di riferimento”.
Anche l’Unione Petrolifera sottolinea l’impeccabile comportamento delle compagnie petrolifere e sottolinea che l’allarmismo è diffuso “dalle solite associazioni dei consumatori al fine di trovare facile visibilità anche in assenza di modifiche significative nei prezzi, fermi ormai da alcuni giorni”.
Il Codacons non ci sta a questa levata di scudi e tiene a far sapere che sono stati presentati esposti in 104 procure della Repubblica in tutta la penisola: “I rincari registrati nelle ultime settimane nei prezzi dei carburanti sono eccessivi e hanno portato i listini a livelli preoccupanti, a tutto danno di milioni di automobilisti che in queste ore si stanno mettendo in viaggio, e che dovranno sborsare mediamente 10 euro in più per un pieno rispetto a un anno fa. È indispensabile un intervento della magistratura e dell'antitrust, cui chiediamo oggi di aprire indagini su tutto il territorio ipotizzando il reato di aggiotaggio”.
La nota diffusa dal Codacons si conclude con un invito a tutti i consumatori: “Non escludiamo una maxi class action da parte degli automobilisti contro le compagnie petrolifere e consigliamo fin d'ora agli utenti di conservare i documenti che attestino i rifornimenti di carburante”.
Eugenio Tinto