Caso Volkswagen, Ue corre ai ripari: stretta sui test di omologazione
La Commissione per l’Ambiente dell’Unione Europea che si occupa di legiferare in materia di limiti delle emissioni ha deciso che aggiornerà i protocolli seguiti nei test di omologazione dei veicoli. La svolta annunciata dall’Ue arriva in risposta allo scandalo diesel-gate che ha travolto il colosso automobilistico Volkswagen negli Usa, coinvolgendo 482mila veicoli negli States, 11 milioni in tutto il mondo. Secondo la normativa attuale, in vigore in 50 paesi dell’Unione, il calcolo dei consumi avviene in laboratorio, al banco rulli che simulano le differenti tipologie di percorso per circa 20 minuti: per 780 secondi viene misurato il consumo nel percorso urbano, per 400 secondi quello di extraurbano. Infine, per un tempo massimo di 10 secondi, si misurano le emissioni ad una velocità di 120 km/h. Nei test, come è ben noto, le case automobilistiche hanno la possibilità di utilizzare modelli privi di accessori, ottimizzati nell’aerodinamica e nel peso, e con l’aria condizionata spenta, simulando quindi condizioni decisamente lontane dalla realtà di esercizio dei veicoli, favorendo paradossalmente le auto ibride e benzina. Per le prime, l’escamotage utilizzato è quello di sfruttare solamente la potenza del motore termico mentre per le vetture a benzina, in particolar modo per quelle di grossa cilindrata, i test si svolgono a così bassi regimi che il propulsore sprigiona appena un centesimo della propria potenza. La stretta sul ciclo di omologazione dei veicoli dovrebbe garantire condizioni più vicine alla realtà, riducendo il gap fra consumi ed emissioni dichiarate e quelle effettive.
La proposta legislativa si propone di affrontare sulla lacune nella regolamentazione che ostacolano gli sforzi per affrontare i programmi di emissioni degli inquinanti targate Ue, includendo il metano nel calcolo delle emissioni di biossido di carbionio (CO2), oltre a un limite di emissione specifico per il biossido di azoto (NO2) e una modifica dei limiti di emissioni dopo una partenza a freddo a basse temperature. I nuovi requisiti dovrebbero entrare in vigore dal 2018 per l’omologazione dei nuovi modelli e dal 2019 per tutti i veicoli in circolazione nell’Unione europea. Nei loro emendamenti, i deputati sottolineano inoltre come sia ancora insufficientemente sfruttato il potenziale di riduzione del consumo di carburante e quindi delle emissioni di gas serra e inquinanti attraverso comportamenti di guida efficiente (cosiddetto eco-guida), raccomandando l’introduzione di nuove modalità per il controllo dei consumi come il Fuel consuption meter (FCM) e nuovi indicatori di cambio (gear-shift indicators, GSIs) che forniscono informazioni ai conducenti su come guidare in maniera efficiente.