Cassintegrate Fiat contro lo spot delle contorsioniste: “non siamo cose”

Se in America lo spot che pubblicizza la 500 Abarth doveva rappresentare la piccola del Lingotto come opera d'arte tutta italiana, il messaggio che arriva qui sembra essere molto meno lusinghiero. La pubblicità in questione riproduce la 500 attraverso un puzzle di contorsioniste il cui corpo è stato disegnato per dare unità estetica all'opera. Frutto del lavoro della Richards Crew, azienda artistica di body paint, lo spot doveva appunto ricordare al consumatore americano l'origine italiana del prodotto, garanzia di bellezza e di stile. Le operaie cassaintegrate dello stabilimento Fiat di Pomigliano riflettono tuttavia sul messaggio "sottointeso":
Qualcuno la chiama ‘arte’, ma a noi fa rabbrividire il pensiero sottinteso con cui Marchionne intende strumentalizzare i corpi delle donne da lui considerati ‘cose’, semplici pezzi di componentistica da manipolare per fare prodotto […] Donne usate come sottogruppi da assemblare, corpi negati come i diritti dei lavoratori. Questa logica aberrante non è diversa, ma rafforzativa e peggiorativa, del precedente slogan della Fiat ‘noi siamo quello che facciamo’, come a dire che il lavoro e la vita umana diventano merce di rango e valore inferiore alle merci stesse in quanto ‘serventi’ del fine produttivo.