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Cellulare in auto, cosa è vietato e cosa si può fare alla guida

Quali sono i divieti e come usare il telefono in auto? Lo abbiamo chiesto a Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, che ci ha aiutato a capire cosa è vietato e cosa è permesso con il cellulare al volante.
A cura di Valeria Aiello
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Smartphone alla guida
Smartphone alla guida

Chiamate, notifiche e messaggi: il telefono reclama in continuazione la nostra attenzione, anche in auto. Un fenomeno dilagante, quello dell’utilizzo del cellulare alla guida, tra le principali cause di incidenti in Italia, dove la maggioranza automobilisti usa in maniera disinvolta e non abbastanza ostacolata il telefono quando è al volante di una vettura. “Se si tiene conto che almeno il 50% degli italiani dichiara di utilizzare il cellulare durante i viaggi in auto, calcolando che circolano mediamente 8-10 milioni di vetture al giorno, vuol dire quasi cinque milioni di persone utilizzano il cellulare durante una giornata – dice a Fanpage.it Giordano Biserni, Presidente dell’Asaps, l’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale, al quale abbiamo chiesto di aiutarci a capire quali sono i divieti, le sanzioni e come utilizzare il telefono in auto.

Cosa è vietato e cosa si può fare in auto

La legge vieta qualsiasi uso del telefono mentre si è alla guida. Dalla telefonata all’invio di sms o Whatsapp, all’impiego di mappe per orientarsi con la strada, il Codice della Strada vieta l’utilizzo fisico del telefono quando il veicolo è in marcia. L’uso del telefono al volante è consentito solo a condizioni chiare e ben precise.

  • Il telefono in auto può essere usato solamente con l’auricolare o con il vivavoce. È vietato tenere il cellulare anche con una sola delle due mani, anche se si è fermi in coda nel traffico. La normativa parla di mani libere.
  • Nel caso di utilizzo con le cuffiette, l’auricolare deve occupare un solo orecchio. L’altro deve essere libero e udente.
  • È consentito usare il cellulare se connesso al Bluetooth dell’auto, attraverso i comandi vocali, sempre a patto che la sincronizzazione venga fatta quando si è ancora parcheggiati, perché dopo non si potrà più utilizzare il dispositivo.

La sbornia del terzo millennio

Pochi concetti base, eppure l’utilizzo del cellulare alla guida è sempre più frequente. “Siamo schiavi di messaggi e telefonate, non sappiamo resistere alla lettura di notizie praticamente inutili e che ci distraggono per quei cinque o sei secondi, dipende dall’abilità, a 100 km/h significa fare 130-140 metri al buio. Anche in un contesto urbano, a 50 km/h, è evidente che quando si vede il pedone è già tardi” spiega Biserni. Per mandare un sms, ad esempio, si impiegano in media dieci secondi, per digitare un numero di telefono e chiamare quattordici, lo stesso tempo che serve per controllare i social o farsi un selfie. “Tutti comportamenti che rappresentano una grave violazione ma che, se si guardano le sanzioni, sono una cifra ridicola rispetto a un fenomeno diventato radicale e che possiamo chiamare la sbornia del terzo millennio, capace di catturare la nostra mente in maniera subdola e simile a quella dell’alcol. Perché ci riteniamo sobri e capaci di intervenire nelle situazioni di emergenza, quando poi invece non lo siamo”.

Sanzioni e novità normative

Nell’ottica di prevenzione e contrasto di una violazione così frequente e rischiosa, la modifica della normativa corrente approvata in Commissione Trasporti, che ora passerà al vaglio dell'Aula e poi al Senato. Ad oggi, chi viene colto con il cellulare alla guida non rischia la sospensione della patente, a meno che non ripeta la stessa violazione nell’arco dei due anni. Alla prima infrazione, la multa per l’uso del cellulare in marcia va da 161 a 647 euro, con decurtazione di 5 punti dalla patente. Se nei 24 mesi successivi al primo verbale, lo stesso conducente viene nuovamente multato per la stessa infrazione, la patente viene sospesa da uno a tre mesi. Le novità arriveranno a fine anno, quando le nuove misure diventeranno operative e verrà introdotta la sospensione alla prima violazione. “Ben venga questa normativa, nella direzione auspicata dall’Asaps, per la quale dal 2015 ci siamo battuti con determinazione e argomenti. Ci auguriamo inoltre, non solo nelle aree urbane, un potenziamento delle pattuglie su strada in abito civile, che intervengano in maniera importante e improvvisa, ricordando che c’è una normativa da rispettare. Finché non riusciremo a fare questo in maniera sistematica – conclude Biserni questa battaglia non sarà vinta”.

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