Che fine hanno fatto le Volkswagen americane coinvolte nel Dieselgate?
Lo scandalo dieselgate sembra storia vecchia per Volkswagen che ormai ha una visione improntata alla mobilità a zero emissioni. Mentre il colosso di Wolfsburg chiede scusa a madre natura lanciando powertrain sempre più ecologici, emergono grossi dubbi su come si è conclusa l'intera questione legata ai motori gasolio. In Europa le vetture sono state sottoposte ad una campagna di richiamo mirata a "riparare" i motori mentre negli USA la situazione è ben differente.
Due pesi, due misure: Volkswagen ha pagato caro negli USA
Lo scandalo Dieselgate ha portato pesanti conseguenze per il costruttore tedesco. In Europa, l'immediata collaborazione del brand di Wolfsburg ha innescato una maxi-campagna di richiamo mirata a "regolarizzare" tutti i propulsori diesel EA189 coinvolti nella faccenda. I motori sono stati modificati con una serie di interventi approvati dalla Comunità Europea e la questione risulta apparentemente risolta. Negli USA l'operazione ha incontrato numerosi ostacoli, primo fra tutti lo zoccolo duro della giustizia a stelle e strisce che non ha approvato nessun compromesso tecnico. Volkswagen ha avviato un piano di riacquisto delle vetture dotate del motore EA189 TDI 2.0 litri arrivando a pagare 14,7 miliardi di dollari. L'indagine che ha scoperto il "defeat device" installato sui motori del Gruppo Volkswagen è stata avviata proprio negli USA, dove le normative ambientali sono molto più rigide rispetto a quelle europee.
Quali e quante sono le auto coinvolte negli Stati Uniti
L'operazione di riacquisto coinvolge circa 482.000 vetture a marchio Volkswagen e Audi vendute negli Stati Uniti tra il 2009 ed il 2015. L'immensa mole di auto comprende: Jetta 2009-2015, Jetta SportWagen 2009-2015, Audi A3 e Volkswagen Golf 2010-2015, Golf SportWagen 2015, Beetle 2013-2015 e Passat 2012-2015, tutte equipaggiate col 2.0 TDI. Quasi mezzo milioni di clienti ha restituito la propria vettura a fronte di un riacquisto da parte dei concessionari. Si sono registrati differenti casi di vetture restituite in condizioni a dir poco disastrose o con carrozzeria completamente smontata, per poter guadagnare qualche dollaro extra coi pezzi di ricambio. Volkswagen è dovuta intervenire chiarendo che le auto devono essere in buone condizioni e completamente marcianti.
Dove sono finite le vetture?
Una volta consegnata l'auto al concessionario, il cliente incassa il denaro l'operazione risulta conclusa. La vettura viene poi inviata in una struttura regionale dove sarà riciclata. Attualmente queste sedi sono dislocate in diverse aeree degli Stati Uniti e si tratta perlopiù di sfasciacarrozze o ampie distese di terreno parzialmente abbandonate. Sono state identificate diverse strutture: una a San Bernardino, California, una in Baltimora, Maryland ed una a Pontiac, Michigan. Ha suscitato molto interesse il caso del Silverdome di Pontiac, un ex stadio NFL casa dei Detroit Lions dal 1975 al 2001. La gloriosa struttura ora ospita oltre 100.000 Volkswagen TDI ed il governo locale ha citato in causa la Triple Investment Group, società che nel 2009 ha acquistato il Silverdome all'asta per 583.000 $, accusandola di non avere la licenza commerciale per parcheggiare tutte quelle vetture.
Un futuro incerto per mezzo milione di auto
La questione dieselgate ancora non è giunta ad una vera conclusa e va ancora chiarito un dubbio: quale sarà il futuro di queste auto? Attualmente si sa ben poco, Volkswagen punta "riparare le vetture" per poterle rivendere ad un buon prezzo. Un'operazione attualmente impossibile, dato che l'agenzia per la protezione dell'ambiente americana (EPA) richiede standard piuttosto elevati e "mettere a norma" i diesel EA189 risulta molto complesso negli USA. I veicoli non possono essere rivenduti se non vengono modificati con una risoluzione tecnica capace di ripristinare l'omologazione stradale. Attualmente l'EPA non ha approvato alcuna soluzione tecnica fornita da Volkswagen e, in attesa di una risoluzione, le vetture devono essere rese inoperative rimuovendo le centraline ECU. Nel caso si decidesse di smantellare le vetture, Volkswagen dovrà rimuovere anche i catalizzatori e filtri antiparticolato e tutti i motori TDI 2.0 EA189 devono essere resi totalmente inutilizzabili praticando un foro dello spessore di 3 pollici all'interno dell'intero monoblocco. Sorte simile anche per i telai, che devono essere letteralmente tagliati in due. Allo stato attuale, circa mezzo milione di auto si trovano in questa sorta di purgatorio in attesa di sapere se finiranno nell'inferno degli sfasciacarrozze o nel paradiso delle officine Volkswagen.