Chrysler condannata a pagare 150 milioni per la morte di un bambino

Si conclude con una maxi-condanna per Chrysler (gruppo FCA) la vicenda legata a Remington Walden, il bambino di 4 anni rimasto vittima nel 2012 di un incidente stradale a bordo di una Jeep Grand Cherokee del 1999 con serbatoio posteriore. Proprio la posizione di quest’ultimo, secondo il tribunale della Georgia, all’origine delle fiamme hanno avvolto l’auto in seguito al tamponamento. Se il serbatoio si fosse trovato davanti, hanno ragionato i giudici della contea di Decatur, l’auto sarebbe stata più protetta. Il veicolo in questione era stato incluso tra quelli segnalati dalla National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa) che a giugno dello scorso anno aveva raccomandato il ritiro di circa 2,7 milioni di Jeep per un problema legato al posizionamento del serbatoio dietro l’asse posteriore del Suv. La raccomandazione era stata recepita solo in parte da FCA con un richiamo di un minore numero di veicoli. Il veicolo in questione, uan Jeep Grand Cherokee del 1999, è tra quelli che non vennero richiamati.
Il verdetto ha stabilito la pericolosità dei vecchi modelli Suv, nei quali il serbatoio è collocato dietro l’asse. Per i giurati Chrysler ha agito “con irresponsabile indifferenza e senza considerazione del rispetto della vita umana” nel vendere alla famiglia del bambino una Jeep del 1999 dotata di un serbatoio montato sul ponte posteriore. Chrysler dovrà pagare 120 milioni di dollari per la vita del bambino e altri 30 milioni di dollari per il dolore e la sofferenza. Il portavoce del gruppo FCA, Michael Palese, ha annunciato che la società automobilistica farà appello.