Chrysler verso la quotazione in borsa

Chrysler è sempre più vicina alla quotazione in borsa. La società americana ha infatti presentato alla Sec, la Consob statunitense, il documento S-1 che prepara l'arrivo a Wall Street. Per poter dare un valore complessivo alle azioni offerte si attende l'Ipo (l'iniziale offerta pubblica) delle banche, anche se al momento si stima un valore di 100 milioni di dollari. Nel documento presentato non viene precisato né il numero delle azioni, né ovviamente il loro costo. Al momento si sa soltanto che le azioni che saranno quotate saranno quelle della Veba, il fondo del sindacato United Auto Workers che ha deciso, contro il parere di Sergio Marchionne, di farsi quotare in borsa.
Le quote che saranno messe in vendita dalla Veba, pur rappresentando soltanto il 16,6% delle azioni di Chrysler, potrebbero comunque costituire un problema per Fiat, che, come noto, possiede il 58,5% (il sindacato ha il restate 41,5%) e mira ad acquistare il 100% del brand americano. Tuttavia, la quotazione potrebbe tradursi anche in un vantaggio, dal momento che il mercato potrebbe riuscire a fare quello che Veba e Fiat non riescono a fare di comune accordo: dare un valore alle azioni possedute dal sindacato americano.
A confortare gli investitori, nelle 393 pagine presentate al Sec si legge di frequente l'intenzione di far proseguire il percorso di Chrysler al fianco di Fiat, dal momento che l'alleanza con il Lingotto "è stata fondamentale per la nostra trasformazione". Ancora: "Chrysler dipende dall'alleanza con Fiat, e ogni sviluppo avverso in questa alleanza può avere effetti negativi per le nostre prospettive". Poi una previsione rosea: "il mercato dell'auto negli Usa è nel mezzo di quella che molti analisti considerano un periodo di ripresa sostenuta", ragion per cui, prosegue il documento, "noi ci attendiamo di beneficiare da questa crescita anticipata e senza sosta del mercato automobilistico americano".