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Cisl: Fiat vuole chiudere stabilimenti in Italia? Allora niente aiuti da parte del governo

Il segretario nazionale della CIsl invita il governo italiano a non fornire aiuti alla Fiat se chiuderà stabilimenti in Italia. Anzi: propone di puntare su idrogeno e vetture ibride.
A cura di Simonluca Pini
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Marchionne pensa di chiudere gli stabilimenti nel sud Italia? E allora niente aiuti da parte dello Stato. Secondo Raffaele Bonanni, segretario nazionale della Cisl, la contromossa alle esternazioni dell'AD di Fiat sarebbe il ricatto economico.

"Ogni euro che viene dato dallo Stato deve servire per l'innovazione e la ricerca" ha spiegato il sindacalista durante un'iniziativa promossa dalla Cisl per ridurre la pressione fiscale su anziani e lavoratori, "Fiat deve dimostrare di investire nella ricerca di motori elettrici ed a idrogeno".

Questo attacco verso Marchionne avviene pochi giorni dopo lo scontro avuto tra Fiat e il Partito democratico. Bonanni ha poi concluso il proprio intervento sostenendo che "Nessun impianto deve essere chiuso perché lo stato si priva di proprie risorse di questi tempi e questo deve servire a mantenere l'occupazione".

Naturalmente non poteva mancare il commento di Guglielmo Epifani, segretario della Cigl:" Speriamo sia un confronto vero perché non possiamo permetterci la chiusura di uno stabilimento a sud che dà lavoro a migliaia di persone. Naturalmente – ha aggiunto Epifani – per non chiudere Termini Imerese è necessario avere una politica industriale che porti dei modelli, ma la Fiat non deve avere troppo la testa negli Stati Uniti. Deve pensare all'Italia invece, al nostro lavoro, al nostro indotto, ai nostri fornitori"

Simonluca Pini

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