Continuano le proteste in Bahrain
Il GP del Bahrain si tinge anche quest’anno di rosso, ma non di quello Ferrari. Si susseguono le notizie di scontri e proteste nei confronti del circus della F1 e, in particolare, di minacce rivolte al patron Bernie Ecclestone.
In un video, firmato “Anonymous“, le dure parole colpiscono l’evento di fama mondiale, mettendo in risalto il malcontento della popolazione del Bahrain per le condizioni di vita e le violazioni dei diritti umani: "Invitiamo Bernie Ecclestone, ora che c’è ancora tempo, ad annullare la gara di sangue adesso.”
Lo scorso anno l’evento si era disputato ma con grandi tensioni. La Force India, ad esempio, decise di non disputare una delle sessioni di prove decidendo di far restare i proprio uomini all’interno dell’Hotel. Quest’anno la F1 ci riprova, anche se le proteste della popolazione persistono.
A spiegare i motivi della protesta è Sayed Haidi Al Musawi, il leader per i diritti umani del partito di opposizione. “Non sono contrario alla Formula 1. All'inizio è servita a far conoscere il Bahrain e ha giovato all'economia. Ma ora, in questa situazione, è un vantaggio solo per il governo, che può propagandare un’immagine accomodata del Paese. Anche il tavolo del dialogo, voluto due mesi fa, è stata una trovata per l’evento. Ma la Formula 1 dura tre giorni, mentre i problemi della gente tutto l’anno. Perciò faremo sentire la nostra voce".
E tra disordini e arresti arbitrari, Ecclestone decide di non annullare la gara, lasciando che le proteste continuino e che Anonymous sferri qualche nuovo attacco ai siti del governo del Bahrain e della F1, come già accaduto lo scorso anno.