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Cos’è il drogometro, lo strumento che rileva tracce di stupefacenti negli automobilisti

Il suo nome in codice è 7P Breathalyser, è in dotazione alle forze dell’ordine britanniche e permette, attraverso la luce che interagisce con le sostanze chimiche, di capire se l’automobilista fermato per un controllo ha assunto sostanze stupefacenti o meno nel minor tempo possibile e con costi molto contenuti.
A cura di Matteo Vana
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Tra gli strumenti in dotazione alle forze dell'ordine per garantire la sicurezza stradale non ci sono solo Tutor e autovelox, ma anche dispositivi in grado di rilevare tracce di sostanze che possono alterare lo stato del guidatore pregiudicandone così la capacità di guida. Tra di essi uno dei più importanti è il cosiddetto "drogometro", uno strumento in grado di rilevare tracce di sostanze stupefacenti nel corpo dell'automobilista.

Il nuovo dispositivo in dotazione alle forze dell'ordine britanniche

Nel Regno Unito, però, sono andati oltre potenziando il dispositivo già in dotazione alle forze dell'ordine: il nome dello strumento è 7P Breathalyser ed è in sono in grado di rilevare in pochi minuti se il conducente ha sniffato cocaina prima di mettersi alla guida. Una specie di etilometro che però viene applicato al campo agli stupefacenti e che, stando a quanto reso noto dagli scienziati che lo hanno messo a punto sarà in grado di identificare anche marijuana e oppiacei vari. La tecnologia utilizzata, che prende il nome di Surfaced Enhanced Raman Spectroscopy non è nuova; il processore in questione, montato su un dispositivo portatile, è in grado di identificare tracce di droghe nel respiro, nell'urina, nella saliva o nel sangue catturando la luce che interagisce con le sostanze chimiche.

A rendere ancor più efficacie lo strumento, però, è il costo ridotto dei materiali con i quali può essere creato: il chip al suo interno, come riportato dal Sun, può essere prodotto utilizzando materie prime che costano circa 10 centesimi aumentando in maniera esponenziale il numero di dispositivi che possono essere impiegati nella caccia agli automobilisti che risultano "alterati". Oltre a questo c'è anche la velocità del microchip; per capire se il guidatore ha assunto o meno sostanze stupefacenti bastano pochi minuti. La lotta all'assunzione di sostanze stupefacenti al volante passa soprattutto da questo tipo di strumenti e nel Regno Unito sembrano aver trovato la soluzione per ridurre il numero di incidenti provocati dagli automobilisti che si mettono al volante in condizioni non idonee.

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