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Crollo ponte Morandi a Genova

Crollo del Ponte Morandi a Genova, Pernat: “Un disastro per le vite umane e l’economia della città”

Il manager genovese della MotoGP scosso dalla tragedia del crollo del Ponte Morandi: “È una delle disgrazie più grosse che ricordi, la città è profondamente ferita. Il mio pensiero va alle vittime e le loro famiglie”.
A cura di Valeria Aiello
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Sono ore di grande apprensione a Genova dove questa mattina è crollato il ponte Morandi, viadotto dell’autostrada A10 Genova-Savona-Ventimiglia. Il numero delle vittime accertate continua a salire (al momento sono 30 i morti) tra cui anche una bambina ma il bilancio sembra destinato ad aumentare. In attesa che vengano accertate le cause che hanno portato al cedimento strutturale del tratto che sovrasta il fiume Polcevera – la Procura della Repubblica ha aperto un’indagine – drammatiche immagini e notizie di cronaca sottolineano il dolore e l’incredulità per quanto accaduto, coinvolgendo anche il mondo della MotoGP. Scosso dalla tragedia, Carlo Pernat, manager genovese che negli anni ha seguito la crescita sportiva di piloti e campionissimi del Motomondiale come Max Biaggi, Loris Capirossi, Valentino Rossi e non da ultimo Andrea Iannone, che in collegamento telefonico con Fanpage.it ha descritto questi momenti di orrore.

Carlo Pernat
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Pernat: "Un disastro"

Nelle parole dello storico manager lo sgomento ma anche la rabbia per quanto accaduto. “Sono disastri che capitano, bisogna capire perché capitano. Evidentemente qualcosa non ha funzionato – dice Pernat –  Si tratta di un viadotto credo del 1963 dove transitano milioni di veicoli e di tir, una volta ne passavano centinaia di migliaia, c’è una bella differenza. Forse l’errore è stato non fare una bretella alternativa. È chiaro che per la gravità della situazione, per il numero di morti e feriti, è un dramma. La città è profondamente ferita, senza considerare che quella è la zona del porto e dei traghetti, quindi sarà dura. Resta da capire che cosa è successo ma posso dire che, girando il mondo, in altri Paesi come ad esempio negli Stati Uniti, i ponti sono tutti in acciaio: il Golden Gate a San Francisco, il ponte di Brooklyn a New York, magari saranno anche antiestetici ma vai a capire perché lì fanno così. Sinceramente non saprei, ma non credo che l’acqua che viene giù a catinelle possa far crollare un ponte”

Sicuramente è una delle disgrazie più grosse che ricordi – prosegue il manager genovese – Speriamo che non ci siano molti morti,  pare che in quel momento l’autostrada fosse non troppo trafficata. Da quello che ho capito, il crollo non ha interessato le abitazioni che si trovano lì sotto, ma sarà da verificare tutto perché ci sono fughe di gas e tanti problemi. È un disastro sia per le vite umane che l’economia futura di questa città. Non ci voleva, io sono appena arrivato a Genova perché ero in Austria per la gara della MotoGp, stamattina ho saputo la notizia. Il mio pensiero va alle vittime, alle persone che passavano di lì per andare in vacanza, chi andava con i bambini all’Acquario, il mio pensiero è tutto per le persone che non ci sono più e le loro famiglie”.

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