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Dai record di Clark e Prost all’incidente di Schumacher, la storia del GP di Gran Bretagna

Quella di Silverstone è stata la pista che ha ospitato dal prima gara del mondiale di Formula 1 dove si impose l’italiano Farina su Alfa Romeo. Non solo vittorie, ma anche eventi controversi o sfortunati come quelli che videro protagonista Schumacher nel 1998 e nel 1999.
A cura di Matteo Vana
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Alain Prost festeggia il 5° successo della carriera a Silverstone - Getty Images
Alain Prost festeggia il 5° successo della carriera a Silverstone – Getty Images

Dici Silverstone e pensi Formula 1: non è un certo un caso visto che il tracciato dove si corre il Gran Premio di Gran Bretagna è lo stesso sul quale tutto è cominciato. Era il 1950, la pista era molto diversa rispetto all'attuale, ma senza di lui, forse, non ci sarebbero stati tutti i mondiali disputati fino ad oggi e i campioni che hanno fatto la storia delle corse automobilistiche. Adesso la sfida è tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton, Ferrari contro Mercedes: una lotta dal sapore antico, proprio come la pista sulla quale andrà in scena l'ennesima puntata di una delle rivalità più infuocate della Formula 1.

La prima volta non si scorda mai

L'alba della Formula 1. A Silverstone, il 13 maggio 1950, va in scena il primo Gran Premio della storia, a sfidarsi sono Alfa Romeo e Maserati. La Ferrari, invece, preferì non partecipare con Enzo Ferrari che si lamentò, attraverso la stampa, del limitato ingaggio offertogli dagli organizzatori della manifestazione. La pista era diversa, ma già si potevano riconoscere i nomi delle curve che sarebbero poi divenute storiche come la Becketts, la Copse e la Woodcote. A dominare la scena è l'Italia con Giuseppe, detto Nino, Farina a chiudere davanti a tutti, seguito da Luigi Fagioli, e Reg Parnell, tutti su Alfa Romeo. A Farina spetta anche il primo Hattrick della storia con pole position, giro veloce – che all'epoca garantiva un punto in più – e vittoria.

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Il dominio inglese e il record di Jim Clark

Se la prima edizione del Gran Premio di Gran Bretagna è stata un vero e proprio trionfo italiano, quelle successive hanno visto i sudditi di sua Maestà prendersi la rivincita con gli interessi: dal 1962 al 1967, infatti, sul gradino più alto del podio sono saliti solo piloti britannici. Nel 1962, nella gara corsa sulla pista di Aintree fu Jim Clark a trionfare. L'anno dopo cambiò la pista, ma non il protagonista con l'inglese a ribadire la superiorità sua e dei connazionali Surtees e Hill. Jim Clark vinse anche le edizioni del 1963 e del 1964 trionfando poi anche in quella del 1967 e diventando così il pilota più vincente nella storia del Gp di Gran Bretagna.

Jim Clark in azione durante il Gran Premio di Gran Bretagna - Getty Images
Jim Clark in azione durante il Gran Premio di Gran Bretagna – Getty Images

Prost, il francese che divenne Re d'Inghilterra

Se è Jim Clark il pilota inglese più vincente sulla pista, il pilota di Sua Maestà deve condividere il record con un altro collega che risponde al nome di Alain Prost. Il francese, infatti, è riuscito a tagliare per primo il traguardo in 5 edizioni del Gran Premio di Gran Bretagna anche se l'impresa più memorabile è quella del 1990. Prosta aveva già 3 successi all'attivo, ottenuti nel ’83-’85-‘89, e si presenta al via al volante della Ferrari, ma senza avere i favori del pronostico; nonostante due vittorie consecutive in testa alla classifica c'è Ayrton Senna che guida con 3 punti di vantaggio sul rivale. Nelle prime fasi della corsa il duello è tra Mansell e Senna ma il brasiliano va largo nell'erba alla prima curva e deve rientrare ai box lasciando strada proprio all'inglese che però non riesce a frenare la rimonta del pilota del Cavallino che va a vincere prendendosi la testa del mondiale. L'ultima vittoria, quella del record, arriverà poi nel 1993 al volante della Williams.

Alain Prost a Silverstone - Getty Images
Alain Prost a Silverstone – Getty Images

Schumacher e la vittoria dai box

Alla storia di Silverstone appartiene anche uno degli episodi più controversi della storia della Formula 1. Nel 1998 è Michael Schumacher a trionfare, ma la vittoria è tutta merito di Ross Brawn: il tedesco è costretto a rincorrere il leader Mika Hakkinen ma la Safety Car rimette tutto in gioco. Il pilota della Ferrari riesce a superare il finlandese, ma si trova costretto a scontare uno stop and go per aver superato Alex Wurz in regime di Safety Car. Al muretto della Rossa decidono di far rientrare Michael solo nell'ultimo giro in modo da tagliare la linea del traguardo prima di scontare la penalità. I commissari contestano alla Ferrari di non aver scontato la penalità ma Ross Brawn fa notare che la decisione della sanzione era arrivata con 6 minuti di ritardo sul limite previsto dal regolamento e che, comunque, la comunicazione scritta era poco chiara sul tipo di sanzione da scontare se Stop and Go o 10 secondi da aggiungere al tempo finale. Gli steward decidono così di applicare la penalità in tempo che, però, si può comminare solo per infrazioni commesse negli ultimi 12 giri della gara. Quella di Schumi, però, era ben precedente e così arriva una delle vittorie più assurde dell'intera storia del mondiale.

L'incidente che tagliò Schumacher fuori dal mondiale

C'è sempre il tedesco a scrivere la storia del Gp di Silverstone: per lui gioie, ma anche dolori. Come nel 1999 quando la gara in terra d'Albione segnò la fine della sua rincorsa al mondiale. Succede tutto al via: Hakkinen mantiene la prima posizione, mentre al suo fianco Michael Schumacher parte male e viene sopravanzato sia da Coulthard che da Irvine. Sullo schieramento rimangono ferme le vetture di Villeneuve e Zanardi e così la direzione gara decide di interrompere la gara con la bandiera rossa, ma nel frattempo i piloti di testa arrivano alla curva Stowe. Il ferrarista la affronta in pieno per superare il suo compagno di squadra, ma sulla sua vettura si verifica un problema all'impianto frenante, causato da una vite di spurgo del circuito idraulico allentata, e il tedesco va a sbattere violentemente contro le barriere, con la sua Ferrari che si infila quasi perpendicolarmente alle gomme di protezione. Si capisce subito che la situazione è piuttosto grave, i soccorsi giungono immediatamente e cercano di estrarre il pilota; Schumacher riporta la frattura di tibia e perone della gamba destra, un infortunio che lo costringerà a saltare il resto della stagione rinunciando così alla lotta per il mondiale.

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