Dakar 2014, Nani Roma è il re delle Mini, nelle moto poker di Marc Coma
L’ultima tappa della Dakar, da Serena a Valparaiso, Cile, è un mix di gioia per la vittoria e di orgoglio per l’essere riusciti a passare sul traguardo del rally raid più duro. Fasi finali che fanno della prudenza la scelta migliore per guadagnare il podio finale. Proprio questa la tappa di Marc Coma. Lo spagnolo si prende il suo tempo e chiude 18esimo a 13’ 23’’ dal più veloce della speciale, Cyril Despres, ma vincendo la 36esima edizione della Dakar, quarta in carriera sempre in sella alla KTM. Capitolo a parte per le auto con le Mini tra ordini di scuderia ignorati, forse per le pesanti critiche della stampa spagnola, ma poi nell’ultima tappa, rispettati. Perché oggi, l’11 volte campione della Dakar Stephane Peterhansel, ha aspettato i suoi compagni di squadra al km 24, lasciando che l’equipaggio Roma/Perin si portasse avanti per tagliare il traguardo in una grande parata che celebra la tripletta Mini.
MOTO – Tappa finale di 256 km, di cui 157 km di speciale cronometrata con traguardo nella cittadina dell’Oceano Pacifico tra distese di cactus e tanta polvere ad accompagnare la chiusura di questa edizione della Dakar. Marc Coma strappa il titolo a Cyril Despres, il francese dominatore delle ultime tre edizioni del rally che chiude il suo primo rally sudamericano in sella alla Yamaha con il quarto posto. Le 2 ore di vantaggio di Coma sul suo diretto inseguitore Joan Viladoms, suo compagno di squadra schierato dalla KTM al posto dell’americano Kart Caselli, hanno permesso a Marc di non rischiare, lasciando la vittoria di tappa a Barreda Bort, ma di chiudere la Dakar in testa alla generale in 54 h 50’ 53’’ e un margine importante (+ 1h 52’) su Viladoms, secondo, accumulato in tre vittorie di tappa e una condotta particolarmente attenta.
Tra i più delusi sicuramente Barrera Bort che in quest’edizione ha centrato quattro vittorie di tappa e che fino alla 11/a tappa era stato sempre tra i primi della generale: per il pilota della Honda è stata fatale la penultima tappa con la rottura della testa dello sterzo e i tentativi di riparazione che ha fatto accumulare allo spagnolo un ritardo di oltre 2 ore e mezzo dalle testa della classifica e che lasciano un amaro settimo posto finale nella generale. Terzo sul podio dell’edizione 2014 il francese Olivier Pain che ha beffato di appena 35” il suo compagno di squadra Despres. Il vincitore delle ultime tre edizioni della Dakar paga a duro prezzo un errore commesso nella prima settimana del rally, quando per aver mancato un waypoint ha pagato un’ora di penalità senza la quale avrebbe chiuso secondo. A chiudere la top 10 delle moto David Casteu su KTM nonostante la clavicola rotta mentre è 16esima in generale Laia Sainz che porta a termine una prova davvero epica se si considera quanto sono state dure le tappe dell’edizione 2014.
Classifica finale Moto (primi dieci): 1. Marc Coma, KTM, 54.50'53"; 2. Jordi Viladoms, KTM, +1.52'27"; 3. Olivier Pain, Yamaha, +2.00'03"; 4. Cyril Despres, Yamaha, +2.00'38"; 5. Helder Rodrigues, Honda, +2.11'09"; 6. Kuba Przygonski, KTM, +2.31'46"; 7. Joan Barreda Bort, Honda, +2.54'01; 8. Daniel Gouet, Honda, +3.10'34", 9. Stefan Svitko, KTM, +3.50'10"; 10. David Casteu, KTM, +4.19'35".
AUTO – A rendere più pepate le fasi finali della Dakar, ordini di scuderia Mini X-Raid da rispettare ma non rispettati e poi comunque dovuti rispettare da Stephane Peterhansel che, se nella 12/a tappa aveva alzato un grande polverone per il sorpasso ai danni del suo compagno di squadra Nani Roma, nella tappa finale ha lasciato che la Mini degli spagnoli passasse avanti per chiudere l’edizione 2014 in un arrivo trionfale. E anche se nell’ultima tappa vince la Toyota di De Villiers seguita dalle due Mini del polacco Holowczyc e del russo Vasilyev impegnate in un ultimo sforzo per cercare di recuparare posizioni in classifica generale, l’equipaggio Roma/Perin su Mini, quarto di tappa, va a vincere la Dakar 2014 con un tempo di 50 h 44’ 58’’ sull’equipaggio Peterhansel/Cottret costretto a chinare la testa a 5’38’’.
A chiudere il podio, la Mini guidata di Nasser Al-Attiyah, attardata in generale di oltre 1 ora, distacco accumulato per aver saltato un waypoint nella prima settimana di gara. Quindi Giniel De Villiers, il sudafricano della Toyota, quarto in generale, che è riuscito a imporsi sulla Mini di Orlando Terranova, protagonista della prima settimana, riuscendo ad inserirsi nello strapotere Mini. Nelle posizioni che contano manca il nome di Carlos Sainz, costretto ad alzare la bandiera bianca dopo aver perso il controllo del suo Buggy SMG nel tratto di neutralizzazione dell’11/a tappa, e che comunque avrebbe pagato un caro conto per il ritardo accumulato dopo la rottura di una sospensione il giorno precedente all’incidente.
Classifica finale Auto (primi dieci): 1. Roma/Perin, Mini, 50.44'58"; 2. Peterhansel/Cottret, Mini, +5'38"; 3. Al-Attiyah/Cruz, Mini, +56'52"; 4. De Villiers/Von Zitzewitz, Toyota, +1'19'07"; 5. Terranova/Fiuza, Mini, +1'27'44"; 6. Holowczyc/Zhiltsov, Mini, +3.55'42"; 7. Dabrowski/Czachor, Toyota, +5.34'25"; 8. Lavielle/Garcin, Haval, +5.35'50"; 9. Kaczmarski/Palmeiro, Mini, +6.58'12"; 10. Vasilyev/Yevtyekhov, Mini, +6.59'34".