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Dakar 2017: un inferno dal Paraguay all’Argentina

Al via il 2 di gennaio l’edizione 2017 del celebre rally raid. Per Marc Coma, Direttore Sportivo della corsa, si tratta dell’edizione più dura mai disputata in Sud America. Un percorso di oltre 9.000 km tra i paesaggi più spettacolari al mondo.
A cura di Fabrizio Carrubba
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L’inverno è arrivato, e con esso arriva anche il momento per il via di una delle gare più belle, difficili e discusse di sempre: la Dakar. Emigrata nel 2009 nel continente Sudamericano, a causa della delicata situazione geopolitica africana, la Dakar ha saputo trasformarsi ed adattarsi ai nuovi scenari, mantenendo la sua fama di gara leggendaria. Per il 2017 sono previste alcune novità ed un percorso che a detta degli organizzatori sarà tra i più difficili della storia della corsa.

Dal Paraguay all’Argentina, passando per la Bolivia

Tra le novità di questa edizione 2017 c’è il Paraguay, che debutta tra i paesi ospitanti la corsa. Si tratta della 29esima nazione ad accogliere sul proprio territorio la Dakar. Un debutto importante, dato che il via è stato fissato il 2 gennaio proprio ad Asunción, capitale dello stato, che ospiterà l’enorme macchina organizzativa e le operazioni pre-gara. La corsa scenderà subito in Argentina, per poi spostarsi a nord verso la Bolivia, dove a La Paz i concorrenti rimasti potranno godere della giornata di riposo domenica 8 gennaio. La Dakar poi punterà nuovamente a sud, verso San Juan, per poi attraversare l’Argentina in vista del traguardo a Buenos Aires sabato 14 gennaio.

Marc Coma: “Sarà l’edizione più dura disputata in Sud America”

Marc Coma, Direttore Sportivo per la Dakar - Getty
Marc Coma, Direttore Sportivo per la Dakar – Getty

La selezione per i concorrenti sarà durissima, come da tradizione per la massacrante gara a tappe. Marc Coma, 5 volte vincitore della Dakar ed ora Direttore Sportivo della corsa, mette subito in chiaro le cose: “Sarà l’edizione più dura mai disputata da quando la corsa si è spostata in Sud America”. Le condizioni a cui saranno sottoposti gli equipaggi di auto, camion, ma soprattutto i motociclisti saranno estreme, passando dal clima tropicale di Asunción con i suoi quasi 40 gradi alle temperature sotto zero delle trasferte all’alba per raggiungere le prove speciali, senza dimenticare l’altitudine, con passaggi che sfioreranno quota 5.000 metri e diversi giorni di corsa oltra i 3.500. A tutto questo occorre ricordare l’incognita meteo, che nelle ultime edizioni della Dakar ha fatto da ago della bilancia stravolgendo spesso le classifiche.

Toyota lancia la sfida a Peugeot e Mini

Tra le auto grande attesa per la sfida al vertice, con tre marche a giocarsi la vittoria. Peugeot rimette sulle piste il dream team composto da Peterhansel, vincitore lo scorso anno e trionfatore di 12 edizioni, Despres, Sainz e Loeb, che con la nuova 3008 DKR punta ad un nuovo successo. Toyota proverà ad aggiudicarsi la Dakar con il nuovo Hilux EVO, affidato a De Villiers ed ai nuovi acquisti Roma e Nasser Al-Attiyah, pilota dalla grande esperienza. La Mini punta tutto su Mikko Hirvonen, lo scorso anno quarto al debutto alla Dakar.

Honda contro KTM tra le moto

Nella corsa a due ruote è innegabile il dominio della KTM. La casa austriaca domina ininterrottamente dal 2001, anno in cui fu Fabrizio Meoni a trionfare. Per contrastare Toby Price, vincitore 2016, Honda schiera un plotone di CRF Rally capitanate da Joan Barreda Bort e da Paulo Goncalves, sfortunati protagonisti della scorsa edizione e desiderosi di una rivincita in questa infernale Dakar 2017.

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