DAKAR DRAMMATICA: muore il motociclista polacco Michal Hernik nella terza tappa
Dramma alla Dakar. Nel corso della terza tappa da San Juan a Chilechito è morto il motociclista di nazionalità polacca Michal Hernik. Il comunicato dell’ organizzazione è arrivato solo a tappa conclusa, dopo aver dato modo di avvisare i famigliari del pilota.
Era la sua prima Dakar – Michal Hernik era alla sua prima Dakar, un sogno inseguito per una vita. Nato a Cracovia il 30 gennaio 1975, Hernik correva da privato con una KTM 450 Rally Replica con il pettorale numero 82. Aveva maturato esperienza partecipando al Rally del Marocco ed al Abu Dhabi Desert Challenger, usati come allenamento per la grande sfida della Dakar. Il suo corpo è stato trovato dall’elicottero medico al chilometro 206 della terza speciale San Juan – Chilechito a circa 300 metri dalla pista principale. Non sono ancora state comunicate le cause della sua morte, ma di fatto la prova di oggi è stata caratterizzata da un caldo intenso con picchi anche di oltre 40° che hanno creato problemi di disidratazione per parecchi piloti. Non si può pertanto escludere un malore oppure una caduta. Michal Hernik è la 28esima vittima tra i piloti della Dakar, senza contare i numerosi decessi tra gli spettatori e gli addetti al seguito della corsa.
Nella sua ultima dichiarazione rilasciata al sito ufficiale della Dakar, Hernik aveva manifestato tutto il suo entusiasmo: “Per prepararsi a Dakar ci sono voluti due anni. Ma non so cosa mi aspetta in questo rally. È ‘difficile da valutare perché le mie esperienze vengono dai rally minori. Il Rally del Marocco è molto simile a Dakar, in termini di terreno. La differenza è che dura solo sei giorni, che è fondamentalmente un terzo della Dakar. Il mio obiettivo sarà quello di completare il rally qualunque sia la posizione. Sarebbe il mio successo. Corro con un amico (Pawel Stasiaczek). Il nostro bene più potente è la nostra amicizia e il sostegno reciproco nei momenti difficili dopo giorni pesanti. Ciò è dovuto al nostro sogno comune e l'avventura che abbiamo vissuto per prepararsi alla Dakar. Il nostro punto più debole probabilmente fare con le emozioni e lo stress di un evento del genere. "