DAKAR: Nasser Al-Attiyah, da Principe del Qatar a Re della Dakar
Una Dakar fantastica quella di Nasser Al-Attiyah, nella quale ha dominato e dettato la sua legge fin dalla prima tappa, riuscendo ad ottenere cinque vittorie di giornata ed amministrando nelle altre speciali il vantaggio sugli avversari, lasciando solo l’illusione alla Toyota di Giniel De Villiers di poter tentare un timido attacco alla sua leadership. Le doti di Al-Attiyah sono state perfettamente assecondate dalla Mini All4, che anche in questa edizione della Dakar si è dimostrata l’auto più competitiva ed adatta ai difficili terreni del Sud-America.
Secondo successo alla Dakar
La vittoria ad una Dakar non è un fatto casuale. Occorre forza, resistenza, lucidità, coraggio. La fortuna la si deve lasciare solo per scongiurare eventuali guasti meccanici, ma se la macchina risponde al meglio è solo grazie alle caratteristiche appena descritte che si può puntare al successo. Nasser Al-Attiyah ha giocato contro gli avversari tutte queste carte, e la vittoria finale diventa il giusto premio per il grande lavoro fatto dal Principe del Qatar, coadiuvato dal navigatore francese Matthieu Baumel. Al traguardo dell'ultima speciale Nasser Al-Attiyah non nasconde l'entusiasmo per una gara perfetta: "Sono felice per questa vittoria alla Dakar! Mi ricordo le emozioni provate anche nel 2011, quindi è un momento davvero speciale per me. È fantastico perché abbiamo dominato la gara fin dall'inizio e siamo stati in grado di controllare il rally in tutto. Ci sono un di persone da ringraziare per questo successo. Io sono arrivato alla Dakar in perfetta forma, sia fisicamente che mentalmente. Poi, siamo riusciti a fare il nostro lavoro giorno dopo giorno, e tutto questo è stato fantastico. Ora voglio per vincere ancora di più. "
Una gara perfetta
Nasser Al-Attiyah ha praticamente dominato la Dakar dal primo all’ultimo giorno, guidando la classifica generale dalla seconda tappa in poi. Sono cinque le vittorie di speciali ottenute dal pilota Mini, a cui si dovrebbe aggiungere anche quella della prima tappa da Buenos Aires a Villa Carlos Paz di 838 chilometri, vinta dal pilota del Qatar, ma poi assegnata a Orlando Terranova a causa di una penalità di 2 minuti per eccesso di velocità ad un Check Point. Dalla seconda tappa la leadership di Al-Attiyah si è affermata, complice anche l’uscita di scena prematura di Nani Roma.
Avversari determinati
Doveva essere l’anno della sfida tra Mini e Peugeot, con il grande rientro in grande stile alla Dakar, ma alla fine il terzo incomodo si è rivelato il Team Toyota. Peugeot aveva puntato molto su questa Dakar, allestendo una squadra di specialisti, ovvero Mr. Dakar Stéphan Peterhanse, Carlos Sainz e Cyril Despres, che in totale fanno 17 vittorie alla Dakar. Anche l’auto costruita dalla casa francese sembrava un’arma temibile. La 2008 DKR ha però pagato il prezzo di un progetto troppo giovane, con problemi di affidabilità che hanno inficiato sul risultato finale. Per tutte e tre le vetture impegnate troppe soste in attesa delle assistenze. Solo Peterhansel ha trovato da metà gara in poi il feeling per tenere il passo dei primi, ma ormai il distacco era irrecuperabile. A sorpresa invece è stata la Toyota ad impensierire lo squadrone Mini. Giniel De Villiers e Yazeed Alrajhi si sono dimostrati avversari duri e determinati, a cui solo le doti di Nasser Al-Attiyah, ed un guasto meccanico per la vettura di Alrajhi, hanno messo un freno per la vittoria finale.