Dal 1980 ad oggi, la Fiat Panda da 30 anni sempre presente sulle strade italiane
La storia dell'automobilismo la fanno modelli affascinanti come una Ferrari F40 o una Lamborghini Diablo, ma queste auto super lussuose e prestazionali appartengono ad un segmento di nicchia, che affascina il pubblico e dà la possibilità di avvicinarsi a ben pochi. I veri modelli che fanno la storia sono quelli che si vedono tutti i giorni per strada e che, col passare del tempo, continuano a calcare le strade. Le piccole utilitarie rappresentano fette di mercato molto complesse da gestire, dove la concorrenza è aspra ed i costruttori si battono per ottenere la supremazia. Fiat in Italia ha dimostrato di conoscere bene il proprio pubblico ed è riuscita a produrre modelli capaci di creare un ampio seguito, restando per sempre nel panorama automobilistico italiano. La Fiat Panda è una di quelle vetture che tutti conoscono, la sua è una storia che va avanti da circa 30 anni, un successo inaspettato dai costruttori del lingotto, che si posero l'obiettivo di produrre un'auto economica e versatile.
1980, una nuova superutilitaria – Al Salone di Ginevra del 1980, Fiat presenta una nuova vettura. Questa non colpisce per un design aerodinamico, non monta un V8 da 400CV. La Fiat Panda è un'auto come qualunque altra, anzi esteticamente è anche poco gradevole, le linee semplici della carrozzeria le conferiscono un look molto minimalista, quasi spartano. L'auto non presenta grosse novità e ha anche un prezzo decisamente superiore rispetto alle concorrenti dell'epoca. I punti di forza della Panda sono costituiti da una progettazione degli interni volta alla praticità, con molti vani portaoggetti e la completa assenza di finiture o particolari elementi distintivi. I sediolini anteriori sono a sdraio ed il sedile posteriore ad amaca può essere completamente abbattuto, rendendo l'abitacolo una sorta di letto e questa è una caratteristica presa molto bene dai giovani. Il successo della Panda esplode in tutto il paese, gli impianti di produzione non reggono la domanda e le liste di attesa si allungano con tempi di quasi un anno per ottenere la vettura. La prima serie presenta a listino tre versioni: la Panda 30, con un 652cc raffreddato ad aria, originario della 126; la Panda 45 con un 4 cilindri 903cc, raffreddato ad acqua e preso dalla 127. Nei paesi in cui il motore della Panda 30 non sembra soddisfare le richieste di mercato, viene commercializzata la Panda 34. I primi due anni vedono la vendita di un notevole volume di vetture, grazie anche all'introduzione della versione con tetto apribile.
Il primo aggiornamento – Nel 1982, al Salone di Parigi, viene presentata una versione aggiornata della Panda, la 45 Super. I miglioramenti si notano subito a partire dagli esterni, dove la griglia frontale, questa volta in plastica, adotta per la prima volta il nuovo marchio Fiat con i 5 listelli cromati obliqui. Il cambio passa da quattro a cinque marce ed entra in listino l'anno successivo. Una compagnia austriaca, la Steyr-Puch, mostra interesse per l'utilitaria italiana e sviluppa un sistema di trazione integrale che da vita alla prima serie di Panda 4X4. L'intero kit di frizione, scatola del cambio, differenziale e freni viene prodotto dal costruttore austriaco e viene montato su una scocca rinforzata della Panda, costruita negli stabilimenti di Termini Imerese. Forte di un successo commerciale, che ha già raggiunto il traguardo della milionesima auto prodotta nel 1984, arrivano tre nuovi allestimenti: L, CL ed S. I nuovi allestimenti aggiungono nuove colorazioni per la carrozzeria e per gli interni ed l'adozione di tessuti particolari per i sediolini. Nel Settembre 1985 la Panda 4X4 dimostra di essere un'ottima auto e viene prodotta un'edizione limitata denominata "Nuova Panda 4X4", questa vettura presente in sole 5.000 unità presenta un ampio kit che la rende una vera auto fuoristrada, tra gli elementi distintivi vano segnalati i fari di profondità installati sul bull bar anteriore ed una serie di dettagli sulla carrozzeria.
La seconda serie del 1986 – La Panda Supernova, la seconda serie, è quella rimasta a listino per più tempo. La sua produzione è andata avanti fino al 2003, anno d'introduzione della nuova generazione. L'intera struttura dell'auto è stata rinforzata, la vettura risulta più solida sia nell'aspetto che nella funzionalità stessa. Le sospensioni sono state sostituite con l'asse ad omega dell'Autobianchi Y10. I motori appartengono alla nuova generazione di motori FIRE, tutti dotati di albero a camme in testa e raffreddamento a liquido. In seguito un ulteriore aggiornamento mette la Panda in regola con i dettami stilistici Fiat, rendendola esteticamente più simile alla Tipo, con una calandra specifica. I successi commerciali continuano incessanti e la superutilitaria Fiat supera i tre milioni e mezzo di vetture prodotte nel 1997, dove per festeggiare il suo 17esimo compleanno continua ancora la sua carriera, con continui aggiornamenti per mettersi in regola con le normative ambientali. Nel corso degli anni vengono presentati molti allestimenti e molte edizioni speciali che durano poco in listino, tra cui una variante diesel, che ottenne poco successo ed una deludente Panda Elettra, una delle prime vetture elettriche commercializzate, vittima di una tecnologia ancora acerba, le batterie aumentano il peso della vettura di circa 400Kg e la presenza in listino durò ben poco. Nuovi sistemi di trazione integrale, tinte specifiche per gli interni, decalcomanie ed altro ancora; Fiat gioca con la sua vettura prediletta che continua a riscuotere successo, soprattutto tra i giovani su cui punta tutto. La Panda diventa un'icona, la prima auto su cui un giovane diciottenne calca i suoi primi chilometri verso la strada dell'indipendenza. La produzione di questa serie è andata avanti fino al 2003, quando ormai la vettura risulta troppo vecchia ed inadeguata al crescente mercato, Fiat decide di ricominciare d'accapo, introducendo una Panda tutta nuova.
Fiat Gingo, un nome contestato che divenne Panda – Nel 2003 al Salone di Ginevra viene presentata un'utilitaria 5 porte dalle dimensioni compatte. La vettura viene presentata come Fiat Gingo, ma una troppo marcata assonanza con una sua diretta rivale, la Renault Twingo, scatenò una reazione da parte del costruttore francese, che finì con la modifica del nome della vettura. Appena uscita di produzione, la Panda ritorna in voga, imprimendo il proprio nome su questo nuovo modello. La struttura di base si discosta dalla panda originaria tre porte, ma il concetto resta lo stesso: una vettura piccola, minimalista ma efficiente. La nuova Panda gode di una vasta gamma di dispositivi di sicurezza (ABS, ESP e airbag) e vanta una ricca dotazione tecnologica. Il motore è l'ultimo modello di casa Fiat e per la prima volta è sovralimentato, la Panda entra ufficialmente nel terzo millennio. L'architettura somiglia molto a quella di una monovolume, ma le dimensioni esterne le danno il tipico look da utilitaria compatta. Non è oro tutto ciò che luccica, i difetti ci sono, il serbatoio poco capiente riduce l'autonomia della vettura ed i test EuroNCAP bocciano l'auto conferendo solo 3 stelle.
Sulla scia di un successo interminabile – Il successo è travolgente, come per la prima generazione. Si vedono Panda ovunque, torna a diventare un'auto di tendenza e la si vede ovunque. Nel corso degli anni si evolve aggiungendo dotazione sempre più tecnologiche: ritorna la versione 4X4, viene potenziata nella versione 100HP e diventa col tempo sempre più efficiente. Questa serie di Panda non viene prodotta in Italia, ma negli stabilimenti polacchi di Tychy. Nell'anno 2009 si registra la vendita della Panda numero 6.000.000 venduta dal lancio ufficiale del 1980. Nuove motorizzazioni vengono aggiunte alla gamma, passando dai Multijet ai Fire con alimentazione a Metano, nasce così la Panda Natural Power. Terreno ideale per il lancio di nuovi accessori, la Panda è anche l'auto adatta per lo sviluppo di nuove tecnologie, in molti saloni vengono presentate delle Panda elettriche ed addirittura una versione tri-fuel: benzina, metano ed idrogeno, dotata anche di un generatore elettrico.
La terza generazione – Dopo una serie di comunicati stampa ed anteprime sul web, al Salone di Francoforte 2011, l'amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne presenta con orgoglio l'ultima generazione di Fiat Panda. L'auto nasce dalla stessa piattaforma della generazione precedente, ma risulta migliorata in moltissimi aspetti, partendo prima di tutto dalla solidità. Il look muta e si discosta dal tipico aspetto spartano della vettura, cercando di fare colpo anche sui clienti più attenti al fascino dell'automobile. Vengono ripresi alcuni elementi della prima serie del 1980, come il tascone portaoggetti installato di fronte al sedile anteriore. Novità anche nelle motorizzazioni, in particolare con il TwinAir, un motore capace di erogare 85CV, nonostante una cilindrata di 850cc, guadagnando molto sul fronte consumi. Se tutto questo sembra giovare all'immagine dell'industria italiana, l'auto inizialmente era destinata alla produzione negli stabilimenti di Tychy, parte così un'aspra lotta con i sindacati italiani, vengono contestate le scelte del marchio italiano, che decide di chiudere gli stabilimenti italiani per produrre le proprie vetture all'estero, dove la manodopera ha un prezzo minore. Fiat cede e la Panda viene prodotta negli stabilimenti di Pomigliano D'arco, Napoli, basando così la propria campagna pubblicitaria sulla forza dell'industria italiana. Intanto la seconda generazione resta in listino e continua ad essere prodotta in Polonia. Ancora una volta l'auto è bocciata dall'EuroNCAP, 4 stelle su 5 è il responso, causa principale è l'assenza dell'ESP di serie, condizione fondamentale per ottenere una buona valutazione.