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Dal duello Prost-Senna alla morte di Bianchi, ecco la storia del GP del Giappone

Quello con il Giappone è uno degli appuntamenti storici della F1, spesso decisivo per il mondiale: fu così nel 1976, con il ritiro di Lauda e la vittoria del titolo da Hunt, nel 1989, con il famoso scontro tra Senna e Prost replicato anche l’anno dopo, e nel 2000 con il trionfo di Schumacher.
A cura di Matteo Vana
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L'incidente tra Prost e Senna al GP del Giappone 1989- Getty images
L'incidente tra Prost e Senna al GP del Giappone 1989- Getty images

Quello con il Gran Premio del Giappone è uno degli appuntamenti storici della Formula 1: un classico in grado di conservare inalterato il fascino di un tempo, quando quelli che andavano in scena sulle curve del Fuji prima e di Suzuka poi, erano duelli all'ultima staccata senza esclusione di colpi. Il paese del Sol Levante ha spesso deciso le sorti del mondiale e, anche quest'anno, potrebbe essere così: a cinque gare dal termine, infatti, la sfida tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel è più viva che mai, ma il ritardo del tedesco – che deve recuperare 34 punti al rivale – obbliga la Ferrari a non sbagliare nulla. Un duello incandescente, come spesso accaduto nella storia di uno dei Gran Premi più importanti dell'intero calendario.

Hunt diventa campione grazie al ritiro di Lauda

Il 1976 è uno degli anni più importanti nella storia della Formula 1 e il Gran Premio del Giappone è l'ultima tappa in calendario. Due mesi prima Niki Lauda, leader del mondiale, era stato vittima del terribile incidente del Nurburgring che lo aveva costretto allo stop forzato; tornato in pista dopo appena 40 giorni, il pilota austriaco della Ferrari era riuscito a tenere la testa della classifica nonostante l'assalto di Hunt che approfittò del periodo di convalescenza di Lauda per recuperare terreno. La gara del Giappone, così, divenne decisiva per assegnare il titolo. La domenica, però, un violento acquazzone si abbatte sulla pista di Fuji tanto che i piloti si rifiutarono di scendere in pista ma Bernie Ecclestone e gli organizzatori decisero di posticipare la partenza senza rinviare la gara. Le condizioni erano al limite, troppo alto il rischio per i piloti tanto che proprio Niki Lauda, al 2° giro, rientrò ai box per ritirarsi. Una decisione che costò all'austriaco il mondiale: Hunt, infatti, arrivò terzo diventando così campione per la prima e unica volta nella sua carriera.

La prima a Suzuka firmata Berger

Dopo un periodo di pausa il GP del Giappone torna in calendario, ma ad ospitare le monoposto stavolta è la pista di Suzuka. Sono passati 10 anni dall'ultima volta e la Honda, proprietaria della pista, spera di centrare una doppietta grazie ai due piloti della Williams, scuderia che monta proprio i propulsori del colosso nipponico. A scombinare i piani, però, ci pensa subito l'incidente di Mansell che nel corso delle prove libere si schianta contro le barriere; dopo aver passato il venerdì in ospedale l'inglese fa ritorno a casa consegnando a Piquet il titolo. La gara, dunque, perde uno degli spunti più interessanti, ma vede una Ferrari in versione super: con il brasiliano già sicuro del titolo è Gerhard Berger a prendersi pole position e vittoria, la prima nella storia di Suzuka.

Gerhard Berger vince la prima edizione del GP del Giappone corsa a Suzuka - Getty images
Gerhard Berger vince la prima edizione del GP del Giappone corsa a Suzuka – Getty images

La rivalità tra Prost e Senna

La pista giapponese, però, è ricordata soprattutto per essere stata il teatro di una delle rivalità più accese nella storia della Formula 1, quella tra Alain Prost e Ayrton Senna. I due piloti, entrambi sotto contratto con la McLaren, nel 1989 arrivarono a Suzuka in piena lotta per il mondiale con il francese che poteva vantare un vantaggio di 16 punti sul rivale brasiliano. Alla partenza Prost partì meglio del rivale e prese il comando, mantenendolo per circa metà corsa, poi al 47° giro il colpo di teatro in grado di fare la storia: a Senna non bastava il secondo posto per vincere il mondiale così tentò il tutto per tutto alla chicane del triangolo, ma arrivò il contatto tra le due McLaren che si agganciarono e scivolarono lungo la via di fuga. Prost uscì subito dalla vettura, ma Senna aspettò che le due macchine venissero sganciate e continuò andando a vincere. A fine gara, però, arrivò la squalifica per aver tagliato la chicane in ripartenza e per aver usufruito di aiuti esterni (quello dei commissari). Passa un anno e due si ritrovano ancora a lottare per il titolo, sempre a Suzuka: Prost con la Ferrari, Senna ancora in McLaren. Il brasiliano è in testa al mondiale, il francese insegue, parte meglio ma dopo neanche 300 metri Senna sperona all'interno Prost, le due macchine volano fuori, sulla sabbia, all'esterno della prima curva. Corsa finita per entrambi con il brasiliano campione del mondo. Solo qualche anno Senna ammise che quel contatto fu volontario e premeditato, dopo essere stato collocato nel lato sporco della pista e ricordando anche l'episodio dell'anno precedente.

Schumacher riporta il titolo a Maranello dopo 21 anni

Quella di Suzuka è anche la gara che, nel 2000, permise a Michael Schumacher di riportare la Ferrari al successo dopo un digiuno di oltre 20 anni. Hakkinen, il grande rivale nella corsa al titolo del tedesco, deve per forza vincere per sperare di laurearsi ancora campione e in Giappone scatta dalla seconda posizione, proprio a fianco del pilota del Cavallino. Il finlandese, allo spegnimento dei semafori, nonostante il deciso tentativo di Schumacher di sbarrargli la strada, riesce a prendere il comando. La svolta arrivò al secondo rifornimento: dopo aver messo in scena tre tornate record il tedesco rientra ai box: il lavoro dei meccanici è eccezionale tanto che Schumacher riesce a rientrare quando la sagoma della McLaren di Hakkinen è ancora lontana. Negli ultimi giri il finlandese ridusse lo svantaggio, portandosi a meno di due secondi da Schumacher, ma il tedesco controllò agevolmente la rimonta del rivale, vincendo la gara e il titolo mondiale, il primo con il Cavallino. La Ferrari riconquistò dopo ben ventun anni il titolo mondiale piloti, quando a vincerlo fu Jody Scheckter nel 1979.

Michael Schumacher festeggia il titolo a Suzuka nel 2000 - Getty images
Michael Schumacher festeggia il titolo a Suzuka nel 2000 – Getty images

Il tragico incidente che costò la vita a Jules Bianchi

Nella storia del GP del Giappone, purtroppo, c'è anche un lutto che, per molti versi, rimane ancora inspiegabile al giorno d'oggi. E' il 5 ottobre 2014 quando si disputa la prova in calendario a Suzuka: come spesso accade il tempo non è clemente e sul tracciato si abbatte una forte pioggia. Al 43° giro Adrian Sutil perde il controllo della sua monoposto finendo nella ghiaia: i commissari intervengono con un mezzo pesante per rimuovere la vettura, ma nessuno immagina che di lì a poco possa consumarsi la tragedia. Nello stesso punto, infatti, anche Jules Bianchi perde il controllo della sua Marussia finendo violentemente contro la gru infilandosi drammaticamente sotto le ruote del mezzo di soccorso. La macchina è completamente distrutta, schiacciata e le condizioni del pilota appaiono subito molto gravi. Subito trasportato in ospedale e operato dai medici riporterà gravi lesioni senza mai risvegliarsi dal coma e perdendo la vita il 17 luglio 2015.

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