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Dalla Caterham alla Lola, ecco le 5 peggiori scuderie della Formula 1

Vetture definite “fioriere” dagli stessi progettisti o capaci di non qualificarsi a nessuna gara: nel passato remoto – e anche in quello più recente – della Formula 1 c’è anche questo.
A cura di Matteo Vana
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La Caterham
La Caterham

La stagione di Formula 1 appena conclusa sarà certamente tra quelle da ricordare: dietro allo strapotere Mercedes, capace di conquistare 20 podi in 21 gare, con la sola eccezione del Gp di Spagna, quello dello scontro fratricida tra Hamilton e Rosberg, si è assistito ad un livellamento importante. Red Bull e Ferrari rimangono i top team, ma anche le altre – con Force India e Williams in testa – hanno finito almeno una volta nei primi 10 conquistando punti utili per il mondiale.

Nessuna delle scuderie iscritte, infatti, è rimasta a bocca asciutta: anche la Manor, ultima classificata, è riuscita a racimolare almeno un punto. Non in tutte le annate, però, sono state così benevole; esistono le favole, come quella della scuderia di Vijay Mallya, capace in 10 anni di arrivare ad essere la quarta forza del mondiale, e gli incubi.

Super Aguri

È il 2006 quando il team giapponese si affaccia nel mondiale. Considerata un'emanazione della Honda e della ARTA dell'ex pilota Aguri Suzuki, fu iscritta solo grazie alla concessione delle altre squadre che diedero una proroga nel pagamento dei depositi necessari. In pista, poi, si rivelò ancor meno competitiva di quello che ci si poteva aspettare: tra ritiri e sostituzione dei piloti – con la Federazione che chiese l'avvicendamento di Ide, coinvolto in troppi incidenti – la prima stagione fila via senza che la Super Aguri riuscisse a conquistare neanche un piazzamento tra i primi 10. L'anno dopo la vettura non riesce a superare i crash test tanto che la presentazione avvenne a ridosso della prima gara stagionale in Australia. L‘ottavo posto in Spagna e il sesto in Canada sembravano aver indirizzato la squadra sulla via giusta, ma si rivelarono più frutto del caso che altro. Nel 2008 furono ancora le difficoltà finanziare ad affossarla portando allo scioglimento della scuderia.

Takuma Sato con la Super Aguri
Takuma Sato con la Super Aguri

Lola Mastercard

Andando più indietro nel tempo ecco il caso della Lola Mastercard. Nata dall'idea di Eric Broadley, che firma un contratto con la Mastercard, la scuderia rappresenta uno dei fallimenti più clamorosi della Formula 1. Lo sponsor, all'epoca, spinse per anticipare di un anno il debutto nella massima serie della competizioni sportive: mai mossa fu più sbagliata. Senza aver mai provato in galleria del vento e priva del minimo studio aerodinamico, il debutto è un disastro tanto che le due vetture non riescono nemmeno a qualificarsi per la gara. Tutto il team si trasferisce in Brasile per la seconda gara dell'anno, ma qui arriva la brutta sorpresa: lo sponsor ha già stracciato il contratto, mancano i soldi per scendere in pista e l'avventura finisce.

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Caterham

La nascita della Caterham è dettata dall'uscita di alcuni grandi costruttori come Bmw, Toyota e Honda. Per ovviare a questi abbandoni Max Mosley decide di aprire a chiunque abbia idee. Ciò che manca al team, però, sono i soldi, fondamentali in un mondo come la Formula 1. Kovalainen, Petrov, Ericcson e Kobayashi, tutti piloti di un certo livello, sono costretti a barcamenarsi in qualche modo pur di portare la Caterham al traguardo. In tre anni mai un punto, miglior risultato l'11° posto a Interlagos del 2012.

La Caterham del 2012
La Caterham del 2012

Andrea Moda

Il poco edificante titolo di peggiore di sempre, però, va al team fondato da Andrea Sassetti, interessato soprattutto a promuovere il proprio marchio. L'esordio è da brividi: prima gara in Sudafrica e prima bocciatura, l'ammissione alla gara non arriva a causa del mancato pagamento della tassa di iscrizione. La vettura, ereditata dalla Coloni, era identica alla precedente e così, nel tempo record di due settimane, venne allestita una monoposto ex novo, ma anche il Gp del Messico vide il forfait della scuderia. Come se non fossero già sufficienti le sventure in pista arrivarono anche quelle extra Formula 1 con l'arresto del patron per false fatture. Il bilancio dell'unica stagione disputata è devastante: una sola partenza, a Montecarlo. Ma anche in quell'occasione fu un fiasco: la gara di Moreno durò appena 11 giri.

Andrea Moda al Gp di Montecarlo
Andrea Moda al Gp di Montecarlo

Life

Italiana con un motore progettato dall'ex tecnico della Ferrari Franco Rocchi e guidata da dal figlio d’arte Gary Brabham: le prerogative per fare bene c'erano tutte. Peccato che rimasero solo le buone intenzioni. Alla fine dell'anno furono 14 i Gp che la Life provò a disputare, senza riuscirci. La storia della Life può racchiudersi tutta in un episodio: prove libere del Brasile, Brabham ingrana le marce e percorre 400 metri prima di rompere. Un progetto nato male – tanto che lo stesso Richard Divila che aveva progettato il telaio non esitò a definirla "una fioriera" – e finito anche peggio.

La Life del 1990
La Life del 1990
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