Dall’impresa di Senna all’ultima di Schumacher con Ferrari, la storia del GP del Brasile
Il Gran Premio del Brasile rappresenta una delle tappe storiche della Formula 1; quello di Interlagos, infatti, è uno di quei tracciati sui quali sono stati scritti episodi entrati nell'immaginario degli appassionati. Non solo titoli mondiali – da Raikkonen a Hamilton, passando per Vettel e Alonso, tutti i piloti che sono diventati campioni negli ultimi anni almeno una volta sono stati incoronati in Brasile – ma anche imprese non certo comuni o addii che hanno segnato la fine di un'epoca.
Carlos Pace, l'uomo al quale è intitolato il circuito
Il 1975 è l'anno in cui il Brasile scopre l'uomo al quale verrà dedicata la pista di Interlagos: si tratta di Carlos Pace che, con la sua Brabham, riuscì a conquistare la sua prima ed unica vittoria in una gara ufficiale di Formula 1 e proprio sul tracciato di casa. Il pilota brasiliano, al quale nel 1985 sarebbe stato intitolato il circuito di Interlagos, in quella occasione riuscì nell'impresa di partire dalla sesta posizione, risalendo durante la gara fino alla seconda posizione. Quando il brasiliano sembrava pronto ad accontentarsi della piazza d'onore, un risultato importante per di più ottenuto davanti al pubblico di casa, ad aiutare Pace arrivò il problema all'alimentazione sulla monoposto di Jarier che gli aprì le porte verso la sua prima ed unica vittoria e alla doppietta verdeoro visto che alle sue spalle finì Emerson Fittipaldi.
Nelson Piquet, il primo a vincere usando il rifornimento
Esistono diversi tipi di vittorie, ma quella del 1983 ottenuta da Nelson Piquet è entrata nella storia della Formula 1 non tanto per il raggiungimento del risultato, ma per il modo con il quale riuscì a maturare; il brasiliano, infatti, fu il primo pilota a vincere utilizzando la tecnica del rifornimento, una vera e propria novità per le corse del tempo. Già al settimo giro, nonostante fosse partito in quinta posizione, Piquet riuscì a prendere il comando dimostrando una velocità fuori dal comune, poi al 40° giro ecco spiegato il perché; il pilota della Brabham aveva imbarcato meno benzina fermandosi ai box per 16 secondi. Una tattica, quella scelta dal pilota e dalla scuderia, che si rivelò vincente permettendo a un brasiliano di tornare a trionfare nella gara di casa dai tempi di Pace.
Senna vince senza marce
Impossibile parlare del Brasile senza citare Ayrton Senna; il pilota verdeoro, tre volte campione del mondo, ha legato indissolubilmente il proprio nome al tracciato di Interlagos, ma a rimanere nella mente di tutti gli appassionati è stata soprattutto l'edizione del 1991 quando fu proprio il brasiliano della McLaren a mettere a segno un'impresa ricordata ancora oggi. Partito dalla pole con la sua McLaren, la vettura manifestò un problema al cambio che lo privò della quarta marcia a partire dal 60° giro. Tornata dopo tornata, però, il problema divenne sempre più grave fino a lasciarlo solo con la sesta; Senna, però, non volle sapere di ritirarsi, ma riuscì a portare al traguardo la monoposto chiudendo, nonostante tutto, il prima posizione. A fine gara, il pilota brasiliano si ritrovò totalmente distrutto e gli servì un aiuto sia per uscire dalla monoposto e anche dopo sul podio, per sollevare il trofeo come vincitore della gara di casa.
L'ultima di Schumacher con la Ferrari
Ogni campione che ha vissuto in Formula 1 ha dovuto fare i conti, prima o poi, con l'appuntamento brasiliano: gioie e dolori in egual misura per quasi tutti e in questo caso Michael Schumacher non fa eccezione. Particolarmente importante, da questo punto di vista, è la corsa del 2006, l'ultima con la Ferrari in Formula 1 e quella che sancì la sua definitiva sconfitta nei confronti di Alonso, laureatosi campione del mondo proprio in Brasile. Lo spagnolo aveva messo una seria ipoteca sulla vittoria finale grazie al primo posto ottenuto e il conseguente ritiro del suo diretto avversario, Schumacher, per la rottura del motore della sua Ferrari. Il tedesco si presenta in Brasile con dieci punti di distacco da Alonso, l'unica possibilità per lui è vincere sul circuito di Interlagos e sperare che Alonso rimanga fuori dai punti. In gara, nonostante una rimonta spettacolare, Schumacher non riesce ad andare oltre il 4° posto mentre Alonso chiude 2° alle spalle di Massa: un'ultima gara amarissima per il tedesco che lascerà la Ferrari per ritirarsi proprio dopo quel Gran Premio.
Raikkonen e l'ultimo mondiale piloti Ferrari
Quello del 2007 è uno degli epiloghi più incredibili della storia della Formula 1: la tappa brasiliana è l'ultima di una stagione incredibile e il ruolo di favorito spetta a Lewis Hamilton che arriva all'appuntamento con 4 punti di vantaggio su Fernando Alonso e sette su Kimi Raikkonen. La gara brasiliana sarà decisiva, ma sono in pochi a prevedere l'epilogo. A scattare in pole position è Massa con l'inglese al suo fianco, il finlandese della Ferrari subito dietro e Alonso a chiudere il poker. Al via Raikkonen scavalca il britannico della McLaren alla prima curva e si mette dietro a Massa, Hamilton accusa il colpo, viene passato anche da Alonso e dopo pochi giri si infila nella ghiaia compromettendo le chance mondiali. Alla bandiera a scacchi è Raikkonen a chiudere davanti a tutti con Massa 2° e Alonso 3°; una classifica che permette a Chris Dyer, ingegnere di pista del finlandese di esclamare la frase, diventata famosa, "secondo i miei calcoli sei campione del mondo per un punto". Calcoli eseguiti alla perfezione che consentono al pilota della Rossa di vincere al suo primo anno al volante del Cavallino quello che, ad oggi, è l'ultimo titolo piloti conquistato dalla scuderia di Maranello.