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Dieselgate, inchiesta Ue sui fondi a Volkswagen

Il gruppo di Wolfsburg nel mirino dell’Ufficio antifrode europeo per l’impiego dei fondi comunitari erogati dalla Bei. Al setaccio i finanziamenti per progetti in Ricerca e Innovazione. Prevista per giovedì la pubblicazione dei primi risultati dell’indagine interna.
A cura di Valeria Aiello
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Mentre il gruppo Volkswagen si appresta a pubblicare i dati dell’indagine interna avviata in seguito al dieselgate, per il colosso tedesco si apre un nuovo fronte di inchiesta avviato dall’Ufficio europeo antifrode (Olaf) per verificare se sono stati commessi illeciti nell’impiego dei finanziamenti Ue per Ricerca e Innovazione. Come riporta La Stampa, l’indagine riguarda in particolare “le erogazioni ottenute dalla Bei, la Banca europea per gli investimenti. Gli ispettori voglio capire se il denaro proveniente dalle casse a dodici stelle sia stato utilizzato in progetti coinvolti nella vicenda dei motori a gasolio truccati per ridurre le emissioni nocive”.

Inchiesta Ue, 1,8 miliardi a rischio

Azione inevitabile quella dell’Olaf che passerà al setaccio l’utilizzo dei fondi comunitari erogati dalla Bei al gruppo Volkswagen, 1,8 miliardi di euro ancora in essere dei 4,6 miliardi erogati complessivamente dagli anni ’90, per accertarne eventuali comportamenti legati al software utilizzato per manipolare le emissioni di Nox dei motori diesel che equipaggiano le auto e veicoli diesel dei diversi marchi del gruppo tedesco.

Giovedì il punto della situazione

I risultati dell’indagine interna dovrebbero invece essere pubblicati giovedì prossimo, come anticipato da Bloomberg, a pochi giorni il vertice di domenica scorsa in Qatar, dove l’ad Matthias Muller e il presidente del consiglio di sorveglianza, Hans Dieter Potsch, hanno incontrato i vertici della Qatar Holdind Llc, il fondo di investimento sovrano che detiene circa il 17% delle azioni Volkswagen. A quella definita come “normale visita introduttiva del nuovo managment” da un portavoce del gruppo Vw al The Wall Street Journal, avrebbero però preso parte anche Wolfgang Porsche e Hans Michel Piëch. Quanto basta per alimentare le indiscrezioni pubblicate dall’edizione domenicale della Bild, secondo cui al centro dell’incontro ci sarebbe stata la richiesta da parte degli sceicchi Al Thani di “ridurre l’influenza dei sindacati nel Consiglio di sorveglianza Vw per aumentare le vendite di auto elettriche e contrastare le conseguenze del dieselgate Oltreoceano”.

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