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Dieselgate, la Corea del Sud sospende la vendita di 80 modelli del gruppo Volkswagen

Il ministro dell’ambiente coreano, Hong Dong-gon, ha bloccato le vendite del colosso di Wolfsburg infliggendo una multa pari a 17,8 miliardi di won, circa 14 milioni di euro, per aver falsificato i documenti sulle emissioni.
A cura di Matteo Vana
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La questione Dieselgate sembra non avere fine: la Corea del Sud, infatti, ha revocato l'omologazione di quasi tutte le vetture del gruppo Volkswagen, accusato di aver falsificato i documenti relativi ai livelli di emissioni: i modelli e le varianti interessati dal provvedimento sono circa 80, tutti fabbricati dai marchi Volkswagen, Audi e Bentley. In particolare, Seoul accusa la casa tedesca di aver falsificato documenti sui test sulle emissioni. Già due settimane fa il gruppo aveva cercato di cautelarsi annunciando la sospensione temporanea della vendita in Corea del Sud di diversi modelli per un problema di omologazione.

Una multa da 14 milioni di euro

Il ministro dell'ambiente coreano, Hong Dong-gon, ha bloccato le vendite del colosso di Wolfsburg infliggendo una multa pari a 17,8 miliardi di won, circa 14 milioni di euro. Stando a quanto riportato dalla Reuters la procedura per riottenere le certificazioni ambientali e un nuovo via libera richiede normalmente tre mesi, ma nel caso tedesco le autorità hanno prospettato tempi molto più lunghi. Il numero dei veicoli interessati è stimato in circa 209.000 unità, un numero piuttosto importante e che rappresenta il 69% delle auto vendute dal gruppo dal 2007 ad oggi.

Il gruppo tedesco definisce la sentenza molto grave

Quello coreano è un mercato ristretto per il gruppo Volkswagen, ma la mossa del governo coreano potrebbe avere serie ripercussioni, già provato dallo scandalo scoppiato negli Stati Uniti dove il colosso tedesco è stato costretto a risarcire i clienti con una somma fino a 10.000 dollari. L'azienda teutonica ha definito la sentenza molto grave e sarebbe già a lavoro con i propri avvocati per decidere se intraprendere un'azione legale o meno nei confronti del provvedimento. Già nel novembre 2015 il governo coreano aveva infatti chiesto alla società il richiamo di più di 125.000 vetture alimentate a gasolio, imponendo anche multe salate. Inoltre gli uffici di Seoul del gruppo erano stati perquisiti ed era stato arrestato un dirigente.

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