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Dieselgate Porsche, le autorità tedesche accusate di coprire le irregolarità

A finire nell’occhio del ciclone è stato il ministro Alexander Dobrindt dopo che la KBA, l’ufficio federale dei trasporti, è stata accusata di “manomettere” i rapporti sulle irregolarità.
A cura di Matteo Vana
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Non ci sono solo le grandi case automobilistiche nello scandalo Dieselgate, ma anche le autorità tedesche: l'ultimo richiamo di oltre 30mila veicoli a marchio Porsche, ha fatto emergere nuove, inquietanti, particolari sul rapporto che legava i costruttori e l'ufficio federale dei trasporti, la KBA. Stando a quanto riportato dalla Bild, infatti, le case manipolavano le emissioni, ma erano le autorità a "manomettere" i rapporti sulle irregolarità.

Che i rapporti tra i grandi costruttori tedeschi e il dipartimento fossero buoni era noto, ma non fino al punto di consigliare la strada da intraprendere per non farsi scoprire. Le accuse era già state mosse in passato quando alcune testate avevano fatto emergere una sorta di rimodulazione su richiesta, ma sono tornate d'attualità con il caso Porsche: il dispositivo della Macan, infatti, uno dei due modelli equipaggiato con il software fuorilegge, secondo la norma è da vedere come un sistema di spegnimento. Dopo uno scambio di pareri con Porsche, però, il documento è stato ammorbidito e lo stesso dispositivo, sempre sulla base delle norme, può essere visto come una modifica della condotta in termini di emissioni del sistema di abbattimento dei gas di scarico.

Class action contro le case tedesche in Canada e Stati Uniti

Nell'occhio del ciclone è finito il ministro federale dei trasporti Alexander Dobrindt, accusato di essere a conoscenza dei fatti già dalla primavera e di aver volutamente coperto il caso. Una vera e propria tempesta quella che si sta abbattendo: prima il Dieselgate, poi le accuse di aver costituito, nel corso degli anni, un vero e proprio cartello dell'auto tedesco in grado di accordarsi su ogni tipo di necessità, dai componenti fino alla strada da intraprendere sulle emissioni. La credibilità dell'intero settore è ai minimi storici e in Nord America è già scattata la class action con lo studio canadese Toronto Strossberg Sasso Sutts che ha avanzato risarcimenti pari a 750 milioni di euro nei confronti di Volkswagen, Bmw, Dailmer, Audi e Porsche, mentre negli Stati Uniti si sarebbe attivato lo studio legale Robins Kaplan.

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