Dieselgate, ufficiale: Volkswagen paga 14,7 miliardi di dollari per le emissioni truccate
Volkswagen ha acconsentito a un piano di risarcimenti da 14,7 miliardi di dollari per risolvere la vicenda dieselgate negli Usa ma il bilancio finanziario totale, una volta che il gruppo sarà venuto a capo della lunga lista di indagini avviate nei diversi Paesi, sarà molto più alto. La ricaduta dello scandalo emissioni potrebbe costare a Volkswagen molto di più, senza considerare le perdite di profitti in un momento già di per sé difficile per il periodo di sconvolgimento tecnologico che l’industria automobilistica si trova ad affrontare. Finora, Volkswagen ha stanziato 16,2 miliardi di euro, pari a circa 17,9 miliardi di dollari, per i costi legati allo scandalo, come precisato dall’amministratore delegato del gruppo, Matthias Muller, meno di due settimane fa, ritenendo la cifra adeguata, ma l’intesa annunciata oggi potrebbe rendere la somma non sufficiente a fronteggiare le diverse azioni avviate in tutto il mondo.
Lo scandalo Volkswagen è “una delle violazioni più palesi alle leggi ambientali e dei consumatori – ha detto il vice segretario alla Giustizia Sally Q. Yates durante la conferenza stampa di oggi a Washington – Non possiamo aspirare gli ossidi di azoto dall’aria.
L’accordo che dovrebbe permettere di riparare il danno comprende 10,03 miliardi di dollari per il riacquisto dei veicoli coinvolti nello scandalo, al valore stimato prima del settembre 2015, ovvero quando Volkswagen ha ammesso l’uso di defeat device per manipolare i dati delle emissioni di Nox di circa 475mila veicoli con motore 2.0 Tdi venduti dal 2009 al 2015 negli Usa. Il risarcimento per i proprietari dipenderà “dalla decisione dei consumatori di avere la loro vettura riparata o ritirata”. Il gruppo ha inoltre accettato di pagare 2,7 miliardi di dollari per finanziare un fondo del governo per compensare l’impatto ambientale e di investire 2 miliardi di dollari in progetti destinati a veicoli a emissioni zero.
Questo non è affatto l’ultimo passo – ha avvertito la Yames – L’accordo non tiene conto di eventuali responsabilità penale e vi posso assicurare che le nostre indagini sono attive e continue.
Volkswagen ha ammesso che potrebbe dover accantonare altre somme per affrontare lo scandalo. “A causa delle complessità e delle incertezze legali associate alla risoluzione della questione diesel, una futura valutazione dei rischi potrebbe essere diversa” ha precisato il gruppo in un comunicato. Uno dei più grandi rischi per il colosso di Wolfsburg risiede in Europa, dove il numero dei veicoli per cui sono state ammesse emissioni truccate è decisamente superiore. L’accordo con gli Stati Uniti riguarda infatti appena 500mila diesel tra i diversi marchi del gruppo a fronte degli oltre 11 milioni in tutto in mondo, di cui 8,5 milioni in Europa. A differenza degli Usa, le autorità europee non stanno favorendo i consumatori come sta invece accadendo oltreoceano.
Ora che questo è fatto, l'attenzione dovrebbe spostarsi in Europa – ha dichiarato Michael Hausfeld, un avvocato di Washington il cui studio rappresenta i proprietari danneggiati e gli azionisti di entrambe le sponde dell'Atlantico.
L’accordo è una solida base per quello che Volkswagen deve fare nei confronti dei clienti europei e per l’ambiente”.