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Dieselgate, Volkswagen aveva un’area segreta dove testava i diesel truccati

Il banco prova, a pochi passi dal quartier generale di Wolfsburg, aveva regole di sicurezza che impedivano l’accesso a coloro che non erano coinvolti nel progetto, inclusi i top manager che normalmente hanno accesso a tutti gli altri siti di sviluppo.
A cura di Valeria Aiello
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Un’area segreta alla stregua della leggendaria “Area 51”, la misteriosa zona militare nel deserto del Nevada. È quanto appreso da Bloomberg che, citando fonti a conoscenza dei fatti, riporta di un sito a due passi dal quartier generale di Wolfsburg dove Volkswagen avrebbe testato la tecnologia al centro dello scandalo emissioni. Fra il 2006 e il 2008 alcuni ingegneri avrebbero utilizzato la struttura di ricerca come banco di prova per testare il software in grado manipolare le emissioni di Nox dei motori diesel del gruppo.

Dell’esistenza di questo sito avrebbero saputo in pochi, tanto che insolite regole di sicurezza impedivano l’accesso anche ai top manager. Il colosso tedesco ha rifiutato di commentare le indiscrezioni. Una posizione in parte comprensibile dal momento che, dopo due anni di indagini, è la prima volta che si sospetta dell’esistenza di un sito top-secret e un’eventuale conferma lascerebbe spazio a ulteriori speculazioni sulla vicenda. Da quando Volkswagen ha ammesso di utilizzare defeat-device per ingannare i test sulle emissioni dei motori diesel da 2.0 e 3.0 dei tre marchi Vw, Audi e Porsche, lo scandalo è già costato 22,6 miliardi di euro tra sanzioni, risarcimento dei clienti e riacquisto dei veicoli.

Sempre nell’ambito del dieselgate, nei giorni scorsi è scattata la condanna per un ex ingegnere di origini indonesiane, Robert James Liang, che dovrà scontare 40 mesi di carcere negli Usa e sempre oltreoceano dallo scorso gennaio è in carcere Oliver Schmidt, manager Vw che ricopriva la carica di responsabile dell’ufficio che gestiva le questioni ambientali e regolatorie, arrestato con l’accusa di aver ricoperto un ruolo cruciale nel tentativo di nascondere la truffa delle emissioni. In Germania, invece, è dallo scorso luglio è detenuto un ingegnere italiano, Giovanni Pamio, manager di Audi accusato di aver dato ordine di manomettere i test sulle emissioni.

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