Dieselgate Volkswagen, bocciate le soluzioni per i motori diesel 3.0 litri
Il California Air Resources Board (Carb) ha respinto mercoledì il piano di richiamo proposto da Volkswagen per risolvere le emissioni del motori diesel 3 litri che equipaggiano le auto a marchio Volkswagen, Audi e Porsche finite al centro del dieselgate per i cosiddetti defeat device, dispositivi progettati per ingannare i test sugli inquinanti. Il Carb ha definito le soluzioni per i diesel 3.0 Tdi insufficienti.
Osservazioni di VW e Audi sono incomplete, sostanzialmente carenti, e sono ben lungi dal soddisfare i requisiti di legge per restituire questi veicoli alla configurazione certificata – ha precisato il Carb.
L’Agenzia californiana per la qualità dell’aria sostiene che non avrà dati sufficienti “almeno fino a dicembre” per determinare se le misure proposte per 3.0 V6 Tdi ripristineranno le emissioni dei diversi veicoli. I modelli interessati sono i suv Volkswagen Touareg (Model Year 2009-2016), il Porsche Cayenne (MY 2013-2016) e l’Audi A8 (MY 2009-2016). Se una correzione non sarà possibile, il gruppo potrà procedere al riacquisto dei veicoli, come già deciso nel piano da circa 15 miliardi di dollari per i diesel 2.0 Tdi coinvolti negli Usa.
L’annuncio del Carb coglie di sorpresa Volkwagen, dal momento che l’avvocato del gruppo tedesco, Robert Giuffra, lo scorso mese aveva riportato che la casa automobilistica considerava la correzione degli 85.000 diesel un intervento “non complicato”. Una portavoce dell’ U.S. Environmental Protection Agency (Epa), l’Ente statunitense per la protezione ambientale ha sottolineato che l’Agenzia sostiene che Vw non abbia presentato un piano di richiamo omologabile per i 3.0 Tdi.
La società continua a lavorare con EPA e CARB per garantire l'approvazione di una risoluzione tecnica” ha riportato un portavoce di Volkswagen.
Alla fine del mese scorso, il colosso di Wolfsburg ha raggiunto un accordo con le autorità statunitensi e i proprietari dei 475.000 diesel equipaggiati con il motore 2.0 Tdi anch’essi equipaggiati in fase di omologazione con dispositivi in grado di alterare le reali emissioni di ossidi di azoto (Nox), che comprende fino a 10mila dollari per il buy-back dei veicoli.