Dieselgate Volkswagen, via libera Usa al patteggiamento record: 15 miliardi di dollari
Il giudice federale di San Francisco, Charles Breyer, ha approvato il piano risarcimenti di 14,7 miliardi di dollari accordato lo scorso giugno da Volkswagen per risolvere la vicenda dieselgate negli Usa. L’approvazione definitiva segna un momento cruciale nello scandalo che ha travolto il gruppo di Wolfsburg dopo l’ammissione nel mese di settembre 2015 dell’installazione dei cosiddetti defeat device, software in grado di manipolare le emissioni di Nox dei motori diesel durante i test di omologazione dei veicoli.
10 miliardi per il riacquisto
L’accordo comprende 10 miliardi di dollari per il riacquisto dei 475mila veicoli equipaggiati con il motore 2.0 Tdi, tra i diversi marchi del gruppo: Volkswagen Beetle (Model year 2013-2015), Golf (2010-2015), Jetta (2009-2015) e Audi A3 (2010-2013, 2015). Il riacquisto dei veicoli partirà da metà novembre. I restanti 4,7 miliardi verranno destinati a programmi per compensare l’impatto ambientale e in investimenti in progetti su veicoli a zero emissioni. Il patteggiamento di Volkswagen per il dieselgate è il più alto della storia del settore automobilistico negli Usa, dopo i 246 miliardi pagati dai colossi del tabacco e i 20 miliardi del gigante petrolifero Bp per la marea nera nel Golfo del Messico.
Da 5mila a 10mila dollari per ogni cliente
Oltre al riacquisto al valore stimato prima dello scandalo, i proprietari avranno diritto a un rimborso compreso tra i 5.100 e i 10.000 dollari a titolo di risarcimento supplementare. I proprietari potrenno decidere se rivendere il veicolo al costruttore o decidere se lasciare che Vw apporti le misure di correzione in modo da rispettare gli standard di emissioni negli Usa. Vw dovrà comunque affrontare l’indagine penale in corso e trovare una soluzione per altri 80mila veicoli equipaggiati con i motori diesel 3.0 litri. Il patteggiamento conferma inoltre gli indennizzi agli oltre 650 concessionari Volkswagen presenti negli Usa. Ogni rivenditore riceverà circa 1,85 milioni di dollari per un totale di 1,21 miliardi. Per affrontare i costi dello scandalo anche in Europa, dove il numero dei veicoli coinvolti è nettamente superiore (8,5 milioni degli 11 milioni in tutto il mondo) il gruppo ha già accantonato 19,5 miliardi. A differenza degli Stati Uniti, le autorità europee non stanno favorendo i consumatori come sta invece accadento per quelli oltreoceano.