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Donne al volante, cade un altro tabù: adesso sarà possibile anche in Arabia Saudita

Dal 24 giugno sarà concesso anche alle donne saudite di mettersi alla guida di un’automobile, un mezzo pesante o una moto. Tante coloro che si sono iscritte a corsi di guida anche se molte lamentano il fatto che le scuole e le istruttrici siano ancora troppo poche e che il costo delle lezioni sia troppo elevato.
A cura di Matteo Vana
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Una donna al volante in Arabia Saudita - Getty images
Una donna al volante in Arabia Saudita – Getty images

Uno degli tabù rimasti in piedi in Arabia Saudita è pronto a cadere: da domenica 24 giugno, infatti, entra ufficialmente in vigore il decreto  – che fa parte delle riforme sociali e economiche promosse dal principe ereditario Mohammed bin Salmannel tentativo di modernizzare il Paese – che consentirà alle donne di mettersi alla guida di un'automobile, un mezzo pesante o una moto.

Anche alle donne sarà permesso di guidare

Una svolta epocale per l'Arabia Saudita che già ad inizio giugno aveva rilasciato le prime patenti: adesso, però, sarà ufficialmente consentito anche alle donne, troppo spesso ritenute non abbastanza intelligenti per poter guidare un veicolo a motore. Sui social network molte di loro hanno già mostrato con orgoglio la patente di guida mentre altre, che hanno preferito le due alle quattro ruote, hanno scelto di allenarsi sul circuito motociclistico del Bikers Skills Institute di Riad, il centro che dall'annuncio della fine del divieto, ha aperto le porte per avvicinare le donne alle moto spiegando loro il funzionamento e la meccanica.

In questi mesi sono stati diversi gli atenei n cui si sono tenuti corsi di guida, anche in tante lamentano il fatto che le scuole e le istruttrici siano ancora troppo poche e che il costo delle lezioni resti troppo elevato. Una prima apertura nei confronti delle donne che, però, vengono ancora considerate non alla pari rispetto agli uomini; l'ultima ondata di arresti che tra maggio e giugno hanno colpito diverse attiviste, fermate per avere attentato alla sicurezza del Regno e sottoposte alla pubblica gogna da alcuni media vicini al potere che le hanno definite traditrici, stride con la possibilità di dare la patente anche alle donne. Quello relativo alla guida è solo un primo passo, ma di strada ce ne è ancora molta da fare.

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