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Ecclestone, la Procura: “Pagò per tenere il potere”

Nella seconda udienza del processo a carico del dirigente inglese l’accusa di corruzione per la vendita dei diritti della F1 è stata ribadita. Il 9 maggio toccherà a Gribkowsky.
A cura di Vito Lamorte
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Il secondo giorno di giudizio contro Bernie Ecclestone ha visto confermate le accuse per corruzione al boss della Formula 1. La corte di Monaco di Baviera continua sulla sua linea d'accusa e insiste nell'affermare che Ecclestone abbia pagato 44 milioni di dollari all'ex dirigente di banca Gerhard Gribkowsky per mantenere la posizione dominante all'interno del circus della Formula 1. Nella seconda udienza la Procura, alla spiegazione di Ecclestone letta dai suoi avvocati nella prima giornata, ha risposto con una breve dichiarazione. Ecclestone ha dichiarato ancora una volta che tutto è avvenuto a causa del ricatto di Gribkowsky. Accompagnato dalla moglie, la giovane brasiliana 38enne Fabiana Flosi, Ecclestone ha ascoltato e ascolterà, durante tutta l'arco della seconda udienza, la Procura provare la colpevolezza del magnate britannico che pagò i 44 milioni di dollari a Gribkowsky per ottenere la vendita dei diritti di trasmissione della F.1, fino ad allora in possesso della banca tedesca BayernLB, a un fondo di investitori che gli garantiva di preservare il controllo sul circus. La difesa sta tentando di smontare le dichiarazioni dell'ex banchiere e per questo ha annunciato che presenterà nuove prove.

Tra nemmeno una settimana, venerdì 9 maggio, davanti ai giudice Peter Noll comparirà Gribkowsky, come principale testimone dell'accusa condannanto ad una pena di otto anni e mezzo di prigione dopo l'ammissione di aver ricevuto il denaro da Ecclestone.

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