RC Auto: il giallo della scatola nera e del Decreto Liberalizzazioni
La crisi che ha colpito l'Italia da qualche anno a questa parte è oramai una realtà certa. Pur se in origine passata quasi inosservata a causa del Governo Berlusconi, il Ministro Monti ha ben voluto evidenziare quello che al momento è lo status generale che preoccupa non poco il pubblico dello Stivale. Molti sono stati gli aumenti che hanno caratterizzato il 2011 e ad altri ancora hanno invaso gli inizi del 2012. Come non ricordare nel particolare la tremenda accisa sulla benzina, che ha costretto l'italiano medio ad optare per i mezzi pubblici piuttosto che per la propria auto nell'atto di recarsi al lavoro e nello svolgimento delle attività quotidiane, con ovvi e deboli margini di risanamento nei confronti dei debiti pubblici? Uno spiraglio di benestare è però trapelato in occasione del famoso "Decreto Liberalizzazioni" che prevedeva, tra le altre cose, un standard assicurativo che viaggiasse di pari passo con quello intrapreso dall'Unione Europea e di conseguenza uguale anche per tutto il Paese, al fine di abbattere quel margine che separa Nord e Sud.
L'Isvap ed il Decreto Liberalizzazioni: per chi non ne fosse a conoscenza, difatti, il calcolo del tetto massimo assicurativo non viaggia di pari passo con le virtù dell'automobilista che la sottoscrive, ma bensì viene calcolato in base al numero frequente di incidenti verificatosi nella città in cui si vive. E' proprio su tale scenario che entra infatti in azione il decreto, poi divenuto Legge, riguardante le Liberarizzazioni, il quale vuole sancire che:
"Nel caso in cui l'assicurato acconsenta all'installazione della scatola nera sulla propria vettura, la stesse compagnie debbano obbligatoriamente applicare una diminuzione significativa del premio".
Inoltre, ed in questo caso va ben sottolineata l'importanza di questa parola, a detta dell'Isvap, autorità che vigila sulle assicurazioni:
"In assenza di sinistri, i contratti con formula bonus/malus devono garantire all'assicurato, all'inizio di una nuova annualità, il pagamento di un premio inferiore a quello pagato nell'anno precedente".
Con una sanzione in caso di mancato applicativo che varia dai 1.000 ai 50.000 euro.
Ma che cos'è la scatola nera? Ebbene essa non è altro che un apparato elettronico, solitamente installato a bordo di navi o aerei, al fine di registrare durante il movimento una serie di dati che una volta estratti facilitano lo svolgersi delle indagini nel caso in cui si sia verificato un incidente. Grazie alla loro particolare progettazione, esse sono infatti in grado di resistere a pesanti sollecitazioni, registrando inoltre tutto ciò che accade (in questo caso) all'interno della vettura, si è di conseguenza in grado di capire nel dettaglio quali sono state le dinamiche che hanno comportato lo svolgersi delle vicende. In soldoni, essendo le assicurazioni all'atto dell'analisi perfettamente al corrente di cosa è accaduto, non solo si prevengono illeciti ma, spesso e volentieri, chi subisce l'incidente potrebbe trovarsi a sua volta nel torto per piccoli superamenti di limiti di velocità o azioni non concesse su quella particolare strada, permettendo quindi alla fine dell'anno l'innalzarsi del proprio premio assicurativo. Ecco perché all'installazione della scatola nera, sempre secondo decreto a carico delle compagnie, si vede diminuire l'esborso annuo di circa il 10% (ben poco rispetto a quanto in realtà si rischia).
La risposta dell'Ania: ovviamente, in un buon "processo" (probabilmente è questo il termine giusto da utilizzare al momento) che si rispetti, non manca anche di comparire la replica della controparte, in questo caso rappresentata dall'Ania, la Confindustria delle Compagnie che vigila attenta sul proprio strapotere. Secondo l'Ania, infatti – che si appella a quella che è una realtà di fatto, ovvero che la Legge non può imporre obblighi contrari ai principi di Libertà Tariffaria sanciti dalla normativa comunitaria – il Decreto Legge previsto dalla manovra Liberalizzazioni non si riferisce in alcun modo a ciò che l'Impresa possa o debba fare.
Il risultato? E' presto detto. Dato che "solo nel caso in cui l'assicurato acconsenta all'utilizzo della scatola nera" vi è l'obbligo di applicare una riduzione dei costi, nulla vieta alle compagnie di proporre la classica polizza RC Auto. Come se non bastasse, testo alla mano, la normativa riguardo all'aumento del premio annuo fa riferimento unicamente all'anno successivo a quello assente da sinistri, di conseguenza l'Ania sostiene che le Imprese possano procedere per la stragrande maggioranza dei casi a variazioni di tariffe ogni due anni in relazione al mutato aumento del fabbisogno tariffario.
Per concludere – e in questo caso con due grosse stangate! – secondo una prima analisi sempre a cura dell'Ania, la norma addosserebbe agli assicurati non solo i costi degli aumenti legati alle loro responsabilità, ma anche quelli dovuti a tutti gli sconti concessi e all'installazione, mantenimento, sostituzione e disinstallazione della scatola nera che inesorabilmente andrebbero ad arricchire il totale annuo. Infine, grazie proprio alla recente Legge, la stessa è riuscita a far approvare la norma che costringe al rimborso del colpo di frusta, solo a seguito dei dovuti esami strumentali.
A pochi giorni dall'approvazione in Senato del Decreto Liberalizzazioni, le Imprese, tra l'altro ancora sotto inchiesta per frode, ancora una volta hanno saputo mettere in ginocchio lo Stato grazie al loro immenso dominio, come replicherà l'Isvap? Ma sopratutto ci sarà per noi comuni mortali uno spiraglio di salvezza?