Enduro, tragico incidente al Trofeo Ktm: morto Nicola Arizzi

Un terribile incidente ha segnato la prova speciale di domenica del Trofeo Ktm a Monleale, in provincia di Alessandria, quarta tappa della gara cronometrata organizzata dal Motoclub “Alfieri” di Asti. Sul tracciato di 32 chilometri tra le colline del tortonese, durante il secondo giro dei tre previsti, Nicola Arizzi è stato sbalzato dalla sua moto, impattando violentemente contro un albero. Immediatamente soccorso, è morto durante il trasporto in ospedale per la gravità delle ferite.
Episodio senza precedenti
Il tragico schianto è avvenuto intorno alle 14:30 e la gara immediatamente sospesa. Residente a Scanzorosciate, in provincia di Bergamo, Arizzi correva per il motoclub Motorando di Bergamo. Aveva 25 anni. Ad accertare la dinamica e le cause, i carabinieri che stanno ricostruendo l’accaduto sulla base delle testimonianze dal momento che in quel tratto di percorso non c’erano telecamere. Sotto shock amici e compagni del 25enne bergamasco. Il motoclub “Off-road Bèrghem ha descritto il drammatico impatto come “un episodio che non ha precedenti nel Trofeo, perché nessun incidente ha mai avuto conseguenze tanto fatali. Difficilmente riusciamo ad accettarlo e a comprenderlo. Il dolore è troppo grande”. Commosso il ricordo per l’amico e compagno di squadra: “Amava l'enduro, la sua moto e dava il 100% in ogni gara. Mai scontento, sempre col sorriso che lo contraddistingueva e con la passione nel cuore”.
I colleghi: "Sempre con noi"
“Sapere che se n'è andato mentre stava facendo ciò che gli piaceva di più non rende comunque la sua morte più dolce. Forse solo la passione e l'affetto che proviamo per lui ci aiuteranno ad andare avanti e a continuare a gareggiare. Gli renderemo onore, perché lo porteremo sempre con noi, nel cuore e in sella. Eri il nostro fratello, il nostro amico e lo rimarrai per sempre. Ciao Nico, ovunque ti trovi, continua a correre con noi”.
Un recente servizio trasmesso da Striscia la Notizia aveva mosso un pesante attacco al mondo dell’enduro, prendendo di mira il fuoristrada e i comportamenti negativi di alcuni appassionati di off-road. Un reportage televisivo sugli enduristi nei boschi lombardi che aveva screditato tutta la categoria e su cui era intervenuto anche il presidente della Federazione Motociclistica Italiana (FMI), Paolo Sesti, sottolineando come il vero aspetto dell’enduro non fosse quello venuto fuori dal racconto dei pochi e isolati episodi ripresi dall’inviato Massimiliano Laudadio.