F1, Alonso: “Schumacher è stato il mio più grande rivale”

Oggi a infiammare il mondiale di Formula 1 è la sfida tra Nico Rosberg e Lewis Hamilton, giunti all'ultimo appuntamento a giocarsi il mondiale: tutti gli altri piloti poco o nulla hanno potuto di fronte allo strapotere Mercedes, troppo forti le frecce d'argento da quando l'ibrido ha fatto il suo ingresso nel circus. Anche in passato l'ultimo appuntamento è stato spesso decisivo per l'assegnazione del titolo, come ad esempio, nel 2006 quando i due protagonisti in pista erano Fernando Alonso e Michael Schumacher.
Il duello del 2006
Da una parte lo spagnolo, all'epoca astro nascente della Formula 1 che cercava di bissare il titolo conquistato l'anno precedente, dall'altra il pluricampione alla sua ultima stagione con la Ferrari. Un duello entusiasmante che vide vincitore lo spagnolo anche a causa di una foratura che costrinse Schumacher ad una rimonta dalle retrovie. Proprio Alonso ha voluto ricordare quel duello in una intervista concessa ad Auto, motor und sport.
Schumacher è stato il mio più grande avversario, aveva più talento di chiunque altro. Ognuno lo rispettava perché era una leggenda, per la mia generazione è stato il dominatore assoluto della Formula 1 – ha raccontato -. Sfruttava ogni occasione e la massimizzava. Il 2006 è un ricordo ancora vivo: se le Bridgestone erano migliori, lui vinceva. Se invece erano migliori le Michelin, lui era sempre lì. Riusciva sempre ad ottenere il giro giusto dalla sua macchina. Anche quando avevi il weekend perfetto e speravi di recuperare qualche punto, lui arrivava comunque sul podio. Era incredibile.
Un parallelo importante
Il ritorno di Schumacher in Formula 1 con la Mercedes, dopo il ritiro momentaneo dalle corse, fu in chiaroscuro: pochi successi, ma tanto lavoro alle spalle. Il dominio delle Frecce d'argento di oggi, in parte, è anche merito del tedesco. Una storia simile a quella dell'asturiano che con la McLaren spera di togliersi qualche soddisfazione.
Questo rende la sua eredità ancora più grande. Tutti pensarono che, quando un sette volte campione del mondo non ottiene, risultati farebbe meglio a scendere dalla macchina. Ma noi abbiamo una responsabilità – ha concluso -, dietro di noi ci sono azienda che lavorano 24 ore al giorno per rendere migliore la macchina. Dobbiamo sempre cercare di ottenere il massimo dalla vettura, tirando fuori qualcosa in più rispetto all'ultima volta.