F1, Bianchi come papà Simoncelli: “Una Fondazione in onore di Jules”
Il Circus della Formula 1 torna questo fine settimana sul circuito di Suzuka per il Gp del Giappone, 13esimo round dei 19 previsti dal calendario di F1 2015 dopo la cancellazione dell’appuntamento in Germania, ma a velare il fine settimana nipponico è il triste e doloso ricordo del terribile incidente che lo scorso anno, esattamente il 5 ottobre, ha coinvolto Jules Bianchi, deceduto due mesi fa per la gravità delle lesioni neuronali riportate dopo nove mesi di coma. In occasione di questo primo orribile anniversario, il padre di Jules, Philippe Bianchi ha rilasciato un’intervista alla Bbc, in cui ha parlato del vuoto incolmabile lasciato dal figlio, e del progetto di istituire una Fondazione in onore di Jules per aiutare i giovani talenti a emergere in questo sport, proprio come fatto dal padre e dai familiari di Marco Simoncelli, il campione di Coriano scomparso l’11 ottobre 2011 sul circuito di Sepang.
Bianchi si è detto commosso dai tanti pensieri e gesti di affetto nei confronti di Jules e della famiglia da parte dei colleghi e tifosi di Jules, ma anche del tributo fatto all’Hungaroring a una settimana dopo morte.
È stata l’unica gara vista dal Giappone di 12 mesi fa per via del tributo a Jules” dice papà Bianchi che ha ammesso di non seguire più la F1. “Non guardo le corse, è troppo difficile. Forse ci riuscirò tra qualche mese o qualche anno”.
Jules è stato il primo pilota a perdere la vita in Formula 1 dalla morte di Ayrton Senna a Imola nel 1994, un momento difficilissimo per la famiglia, i fans e tutto il Circus come testimoniano i tanti i messaggi e fiori posti nei pressi del box del team Manor (ex Marussia) a Suzuka. Toccato dal supporto della comunità sportiva, Philippe Bianchi ha annunciato la Fondazione in memoria del figlio.
Vorrei creare una fondazione per aiutare i giovani piloti, per chi corre sui go-kart, che non hanno i soldi e che hanno bisogno di aiuto da persone che hanno esperienza. Lui era nel motorsport da quando aveva 3 anni e correva sui go-kart nella mia pista, ha amato le corse per tutta la sua vita. Ho parlato con molti piloti di Formula 1, sono sicuro che vogliano aiutarmi perché tutti sono stati toccati da questo incidente drammatico e so che ci sono molte persone che vogliono aiutarmi. Sono sicuro di poter fare qualcosa di buono per lui”.