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F1, cancellato il Gran Premio di Monaco 2020: è la prima volta dal 1954

Per la prima volta dal 1954 il Mondiale di Formula 1 non farà tappa nel Principato di Monaco. L’annuncio ufficiale della cancellazione è stato dato dall’Automobile Club monegasco e della stessa F1, che poche ore prima aveva comunicato anche lo spostamento dei Gran Premi d’Olanda e di Spagna.
A cura di Vito Lamorte
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La vista da uno degli hotel che affacciano sulla pista di Monaco - Getty Images
La vista da uno degli hotel che affacciano sulla pista di Monaco – Getty Images
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È ufficiale: il Gran Premio di Monaco 2020 non si correrà. A causa dell'emergenza Coronavirus la Formula 1 ha subito diverse modifiche al calendario e dopo il rinvio a data da destinarsi di oggi, l'Automobile Club di Monaco ha comunicato la cancellazione dell'evento: è la prima volta dal 1954 che non si correrà nel Principato monegasco.

Dopo la cancellazione del GP d’Australia e lo spostamento dei successivi appuntamenti, ovvero quelli in Bahrain, Vietnam e Cina; sono state apportate altre modiche al programma stilato inizialmente e le gare del mese di maggio sono state ufficialmente rinviate a data da destinarsi. Si tratta dei GP d’Olanda e di Spagna perché Montecarlo per quest'anno nono si correrà. La prima gara del Mondiale 2020 potrebbe essere quella di Baku, in Azerbaijan, in programma il 7 giugno.

Il comunicato dell'Automobile Club di Monaco

Questo l'annuncio ufficiale della cancellazione della tappa monegasca del circus nel 2020:

L’attuale situazione relativa alla pandemia mondiale e al suo sconosciuto percorso di evoluzione, la mancanza di comprensione dell’impatto sul campionato mondiale di ​​Formula 1 2020, l’incertezza riguardo alla partecipazione delle squadre, le conseguenze sulle diverse misure di confine adottate da vari governi in tutto il mondo, le restrizioni multi-frontiera per l’accesso al Principato di Monaco, la pressione su tutte le imprese coinvolte, il loro personale dedicato che non è in grado di effettuare le installazioni necessarie, la mancanza di disponibilità della forza lavoro indispensabile e dei volontari (oltre i 1500) richiesti per l’organizzazione dell’evento fanno sì che la situazione non sia più sostenibile.

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