F1, Ecclestone vuole cambiare il format: “Due Gp da 40 minuti e interviste in mezzo”

In ballo restano ancora la finale di Abu Dhabi e il titolo di campione del mondo (a Nico Rosberg basterebbe un terzo posto per vincere contro Lewis Hamilton) ma l’attenzione è già spostata al futuro della Formula 1 alle idee per rendere i Gran Premi più accattivanti. L’ultima proposta arriva da Bernie Ecclestone che in un’intervista al Sunday Times ha parlato della possibilità di dividere il Gp della domenica in due gare da 40 minuti. Secondo l’86enne patron del Circus la pausa tra le due manche potrebbe favorire l’interesse dei telespettatori, in considerazione anche del picco di ascolti avuto nell’ultimo Gp del Brasile, durante il quale ci sono state due bandiere rosse, tra l’incidente di Kimi Raikkonen e la tanta pioggia in pista, e quindi due ripartenze.
Dobbiamo rivedere il concetto tradizionale di un'unica gara lunga – spiega Ecclestone – Due gare da 40 minuti, con una pausa di altri 40 minuti in mezzo per intervistare i piloti e lavorare sulle auto, potrebbero essere più attrattive per spettatori, le tv e gli sponsor. Le vetture potrebbero qualificarsi al sabato come al solito per gara 1 mentre per gara 2 varrebbe l’ordine di arrivo della prima gara. Ma non so se avremo il coraggio di cambiare. I tempi cambiano e a questo dobbiamo prestare attenzione. I tifosi hanno una soglia di attenzione sempre più bassa e molti sport stanno rivedendo la durata della propria gara. In Brasile gli ascolti sono saliti. Abbiamo avuto una gara lunga per la pioggia e due partenze per le bandiere rosse.
Troppe regole? Il regolamento è scritto in modo così complicato che nessuno, neppure i piloti, sa quale sia la cosa giusta da fare. Troppi piloti si lamentano via radio al primo segnale di pressione o contatto. Loro sono i primi ad essere frustrati e come loro anche gli spettatori, me incluso. È folle: le regole di oggi rallentano tutto, sono una sorta di dissuasore. Dobbiamo far sì che i piloti possano gareggiare correttamente con più facilità, come nel calcio. Quando c’è un cartellino rosso, è rosso. E la decisione non è impugnabile. Spesso mi chiedo se questi ragazzi vogliano veramente correre uno contro l’altro o se siano lì solo per guidare una macchina di Formula 1.