F1, Ferrari accusata di fare pubblicità al Tabacco
La notizia viene pubblicata sulle colonne del Times e fa presto il giro del mondo, pare che il logo a barre presente sul cofano motore della F10 sia una pubblicità riservata allo sponsor Marlboro. Così si scrive dall’Inghilterra: “Quel codice a barre assomiglia tantissimo alla parte inferiore del pacchetto di sigarette Marlboro. Quando l’ho visto sono rimasto attonito: se osservate come sia cambiato il disegno negli ultimi quattro anni, è evidente come stia cercando di prendere le sembianze del marchio”.
Dello stesso parere anche Gerard Hastings, direttore del centro per il controllo e la ricerca sul tabacco: “Credo si tratti di pubblicità bella e buona. Altrimenti perché ci sarebbe quel codice a barre? Che cosa starebbe a significare?”.
In Europa, già da qualche anno, l’unione ha vietato qualsiasi forma di sponsorizzazione del tabacco e la Ferrari nel rispetto di questa norma ha introdotto, a partire dal 2006, un codice a barre al posto logo Marlboro.
Ufficialmente il codice a barre rosso e bianco non è di derivazione Philip Morris, non è nemmeno registrato a suo nome, ma è parte integrante della veste cromatica della Ferrari, vero è che cambia di anno in anno.
Ufficiosamente, e credo tutti lo abbiano capito, il riferimento c’è ma si tratta di una associazione di idee che rimanda allo sponsor creando un collegamento puramente sensuale.
Dalla Ferrari intanto, attraverso il sito ufficiale, rispondono alle accuse: “Oggi e nelle scorse settimane sono stati pubblicati alcuni articoli relativi al contratto di partnership fra la Scuderia Ferrari e la Philip Morris International, volti a metterne in discussione la conformità legale. Tali articoli sono basati su due presupposti: che alcuni motivi grafici che compaiono sulla monoposto di Formula 1 richiamino il logo Marlboro e che, addirittura, il colore rosso che contraddistingue le nostre vetture sia una forma di pubblicità del tabacco.
Entrambi gli argomenti non soltanto non hanno alcuna base scientifica ma, soprattutto, non corrispondono al vero. Il cosiddetto codice a barre costituisce parte integrante della livrea della macchina e di tutta l’immagine coordinata della Scuderia, tanto è vero che viene modificato ogni anno e, talvolta, anche durante la stagione. Peraltro, se si trattasse di un marchio pubblicitario, dovrebbe esistere una sua tutela legale da parte della Philip Morris.
Risulta poi incredibile l’affermazione che la semplice vista di una Ferrari rossa possa essere ancora più efficace di una pubblicità delle sigarette…va ricordato ai lettori che il rosso è il colore che contraddistingue le vetture da corsa italiane sin dagli albori dell’automobilismo sportivo all’inizio del XX secolo: l’associazione è semmai immediata con la nostra azienda piuttosto che con il nostro partner”.
Roberto Ferrari