F1, Fisichella spera ancora in un Volante
Giancarlo Fisichella spera ancora di trovare un volante per la prossima stagione, il romano non vorrebbe appendere il casco al chiodo ed è intenzionato a disputare almeno un altro campionato completo. Dopo l’ingaggio con la Ferrari per disputare le rimanenti gare della stagione 2009 Fisichella ha intavolato trattative con diverse scuderie per trovare un posto da titolare, Sauber e Force India su tutte. Tuttavia la situazione attualmente non promette bene: Force India ha rinnovato la fiducia ai suoi due piloti (Liuzzi aveva anche una clausola contrattuale che imponeva alla scuderia di fargli disputare una stagione) e insieme con Sutil non hanno sfigurato, anzi, se non fosse stato per alcuni problemi di affidabilità i due avrebbero fatto il colpaccio in due occasioni. Diversa è la situazione alla Sauber, la scuderia svizzera ha ripreso la fornitura dei motori Ferrari (e Fisichella sperava in una raccomandazione da Maranello) ma l’aver perso lo sponsor principale Petronas la mette in difficoltà da punto di vista economico, è per questo che nel team stanno pensando di ingaggiare un secondo pilota pagante dopo il giapponese Kamui Kobayashi.
Attualmente a Fisichella rimane il ruolo, di tutto rispetto, di terzo pilota e collaudatore Ferrari, in una recente intervista al quotidiano Autosport il romano ha detto: “Mai dire mai. Negli ultimi due anni non avrei mai pensato di poter arrivare a correre per la Ferrari e invece…Quindi mai dire mai”.
Poi ha aggiunto: “Quella di Abu Dhabi potrebbe essere stata la mia ultima corsa in Formula Uno, ma forse no. Sarebbe bello poter sapere in anticipo il mio futuro, ma nel caso che non trovassi un volante sarei comunque il terzo pilota della Ferrari e questa è una bella occasione. Essere il terzo pilota per un’altra squadra potrebbe essere noioso, ma farlo per la Ferrari è fantastico. Rimanere con loro per qualche anno sarebbe davvero importante, ma se arrivasse la chiamata di un altro team potrei anche decidere di correre ancora per una stagione”.
Roberto Ferrari
