Force India, Mallya risponde alle accuse di frode: “Non sono in fuga”
Vijay Mallya non sta passando proprio un buon periodo. Il proprietario della Force India è accusato di frode bancaria nel suo paese dopo che un consorzio di 17 banche lo ha denunciato per un debito di circa 1,2 miliardi di euro relativo alla compagnia aerea Kingfisher Airlines, fallita nel 2012. Per Mallya è stato chiesto l'arresto e il ritiro del passaporto ed è stato congelato anche il versamento da 68 milioni di euro che avrebbe dovuto ricevere come liquidazione dalla Diageo. Il Team Principal della Force India aveva già lasciato l'India lo scorso 2 marzo, prima che venisse spiccato il mandato di cattura. Mallya attraverso il suo account Twitter si difende dalle accuse e cerca di sminuire il lavoro della giustizia e dei media indiani: "Sono un imprenditore che viaggia spesso per il mondo, non sono fuggito dall'India né sono un latitante".
Mallya si è sfogato: "Una volta che scatta la caccia sui media, si arriva a un incendio violento in cui verità e fatti vengono ridotti in cenere come membro del Parlamento indiano rispetto e rispetterò la legge del mio Paese. Il nostro sistema giudiziario è sano e rispettato. Ma non voglio processi dai media, che non dovrebbero dimenticare gli aiuti, i favori che ho fornito nel corso degli anni e che sono tutti documentati".
Il leader del principale partito di opposizione, Ghulam Nabi Azad, ha accusato il primo ministro Narendra Modi di "cospirazione criminale per aver lasciato fuggire dall'India" Vijay Mallya ma il ministro delle finanze indiano, Arun Jaitley, ha difeso il Team Principal della Force India dicendo che le banche non avevano avviato il procedimento legale per impedirgli di lasciare il paese.